Ricetta. ‘E murticielli: “ossa di morto” per commemorare i defunti


Come ogni anno rieccoci al famoso bivio “Festa di Halloween o ‘A fest a’e tutt ‘e Santi”? Ogni volta il dubbio ci assale e allora ecco che iniziano a nascere le varie scuole di pensiero, quelli patriottici che sostengono la tradizione italiana e quelli più innovativi che si lasciano andare alla famosa “americanata” delle zucche illuminate e dei fantasmi che si aggirano tra le strade a spaventare la gente, ma chi la può ufficialmente spuntare?

Fermi tutti, forse in questa ormai annuale diatriba non esistono vinti, ma solo vincitori. Se vi dicessimo infatti che Halloween in un certo senso è celebrato anche in Italia? Secondo l’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani, così come descritto in un suo libro, redatto in collaborazione con  Mariano Meligrana, il rito di Halloween non è poi così lontano dalle nostre origini. L’antropologo racconta infatti che la pratica di svuotare le zucche per inserire al suo interno una candela ed attendere la vigilia di Ognissanti, era molto diffusa dai contadini calabresi, che così facendo allontanavano la “paura dei morti” cercando invece di creare una sorta di “comunicazione” con i loro defunti.

A loro volta i ragazzi, particolarmente gli abitanti di Serra San Bruno, continuano ancora oggi a svuotare zucche ed intagliarle dando loro la forma di teschi, che successivamente portano a spasso in strada chiedendo ai passanti, rigorosamente in dialetto calabrese “me lo pagate il teschio?”, un modo alternativo all’anglosassone “dolcetto o scherzetto?”, ma ugualmente molto tradizionale.

Detto ciò, non si può negare che, anche in quest’occasione, che la si voglia chiamare festa di Ognissanti o Halloween, ci sono dei dolci tipici che accompagnano la ricorrenza. A Napoli, molto usato è il famoso torrone dei morti, ma la ricetta che vogliamo proporvi oggi è di origini siciliane e decisamente squisita. Signore e signori “le ossa di morto”.

Sono biscotti dolci, dalla consistenza molto dura, tanto da ricordare delle vere e proprie ossa, e in Sicilia vengono dati ai bambini insieme ad altre leccornie come dono da parte dei loro cari defunti. In origine pare che tali dolci avessero la funzione di “educare” i più piccoli all’arrivo inevitabile, seppur traumatico, della morte, fungendo da ponte tra il mondo terreno e l’aldilà. Da tanti, probabilmente proprio per il difficile compito a cui erano stati chiamati ad assolvere, venivano considerati dolcetti “magici”.

Vediamo come si preparano.

-Ingredienti:

  • 300 g di farina 00
  • 300 g di zucchero semolato
  • 6 chiodi di garofano in polvere
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
  • 75 g di acqua

-Procedimento:

In un pentolino, far sciogliere lo zucchero con l’acqua senza però far bollire. In una terrina, aggiungere la farina, i chiodi di garofano tritati e la cannella, poi lentamente aggiungere anche lo sciroppo precedentemente ottenuto.

Mescolare il tutto con una frusta elettrica e poi riportare l’impasto sul fuoco per qualche secondo. Il risultato dovrà essere un impasto molto morbido, con cui poter ottenere un filoncino abbastanza lungo da cui poter ricavare dei pezzi di circa 2 centimetri.

Su una teglia ricoperta di carta forno, poggiare i pezzettini di impasto, cercando di dar loro una forma quanto più possibile simile a delle ossa.  Coprire la teglia con un panno da cucina pulito e lasciar riposare i biscotti in un posto asciutto per tre giorni.

Trascorso il tempo necessario, prendere i biscotti e adagiarli su una teglia ricoperta con carta forno precedentemente bagnata e strizzata. Infornare a 180° per 15 minuti.


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