Gennaro Verolino, lo sconosciuto eroe campano che si oppose al Nazismo

Gennaro Verolino alle spalle di Papa Paolo VI e Aldo Moro


Dopo più di 70 anni dalla tragedia umana della Seconda Guerra Mondiale e dagli orrori del Nazismo, il mondo ricorda ancora gli eroi che hanno sacrificato tutto, anche la vita, per opporsi a un potere inarrestabile e alla barbarie che caratterizzarano l’Europa in quegli anni bui. Così, film, documentari e libri ricordano le azioni di Schindler, la strategia bellica di Churchill e il dolore dei campi di stermini. Spesso però, con tutte queste icone, dimentichiamo che anche noi campani abbiamo avuto il nostro ruolo positivo ed abbiamo generato eroi della stessa risma.

Gennaro Verolino, sacerdote di Acerra, salvò così tanti ebrei in Ungheria che nel 2010 gli è stata dedicata una scuola per bambini disabili a Budapest. Nato nel 1906, Gennaro fu ordinato sacerdote il 23 dicembre del 1928 dopo aver studiato alla facoltà teologica dei Gesuiti di Napoli. Divenuto prete, continuò gli studi a Roma e divenne esperto di Diritto Internazionale. Proprio per questa sua specializzazione fu inviato come segretario della Nunziatura Apostolica, una sorta di consolato della cristianità nel mondo, in Ungheria, al tempo diretta dal Nunzio Angelo Rotta.

Gennaro Verolino

Gennaro Verolino

Era il 1944 e la Germania nazista era pronta ad eseguire la “soluzione finale”, lo sterminio sistematico ed organizzato di tutti gli ebrei presenti nei campi di concentramento. Fu allora che la Nunziatura Apostolica si oppose all’orrore proteggendo quante più persone poteva: Angelo Rotta, ad esempio, divenne celebre per aver fermato un treno di deportati mettendosi in persona sui binari. Gennaro Verolino fu in prima linea in questa lotta creando passaporti falsi, distribuendo oltre 15.000 carte di protezione della Chiesa e, spesso, nascondendo ebrei direttamente nella sede. Alla fine del conflitto, oltre 30.000 persone erano vive soltanto grazie agli sforzi di Verolino e di Rotta.

Dopo l’esperienza della guerra il sacerdote scalò i ranghi della Chiesa e continuò ad operare come Nunzio Apostolico e si ritirò dalle cariche soltanto dopo il Concilio Vaticano II, nel 1986. Morì il 17 novembre del 2005 a Roma, all’età di 99 anni, ma come aveva disposto, i suoi resti riposano nella cappella dei vescovi nella sua città natia, Acerra. L’anno dopo il Comune ha tributato ai suoi familiari la medaglia d’oro della città, ma la vera onorificenza è stata sancita nel 2007 quando l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme lo nominò Giusto tra le Nazioni.


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