Antichi mestieri di Napoli. ‘O gliuommenaro: chi era e cosa faceva?


Napoli ha sempre avuto con la musica e la poesia un rapporto particolare. In definitiva tutti i luoghi, o quasi, di questa città hanno ispirato una canzone o un poema. Milioni di parole sono state assorbite, con il passare degli anni, dalle pietre, dai palazzi e dalle piazze del capoluogo campano. Indubbiamente possiamo affermare che i napoletani abbiano un animo sensibile spiccato e sono naturalmente propensi alla bellezza sonora che contraddistingue particolari combinazioni di parole. Forse è per questo che i partenopei hanno sempre sentito la necessità di circondarsi di versi ovunque fosse possibile. Ed è stata da questa esigenza che è nata la figura dello “gliuommenaro”.

Tram

Chi era costui? Sicuramente un artista. Un compositore di rime e filastrocche che, soprattutto tra il XIV e il XV secolo, veniva chiamato per intrattenere gli ospiti agli eventi. Recitava e cantava a cappella o con l’ausilio di uno strumento musicale. Era percepito come una sorta di giullare e menestrello insieme, più simile ancora a un cantastorie, incaricato di rallegrare le serate con versi più o meno divertenti. Alla fine dell’esibizione tutti coloro che avevano assistito allo show mostravano la propria soddisfazione regalandogli una moneta. Con il passare degli anni questa figura è andata sempre di più scomparendo così come tanti altri simboli della storia e della tradizione napoletana. Gli ultimi esemplari di “gliuommenari” risalgono all’Ottocento, quando non era ancora così raro vedere uno di questi artisti raccontare o cantare storielle a bordo dei tram storici che percorrevano la città su e giù.


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