La Vergine con Bambino di Casaluce, storia di una Madonna contesa


Nel comune casertano di Casaluce si venera ormai da secoli un’antica icona bizantina della Madonna con Bambino, un dipinto legato a numerose leggende che lo hanno reso popolare.

Nel 1276 Carlo I d’Angiò ottenne il titolo di Re di Gerusalemme e così decise di inviare in quelle terre il cavaliere Ruggero Sanseverino in qualità di Vicerè. Al suo ritorno, quest’ultimo, portò con se un’icona della Madonna e due idrie. La tradizionale credenza che l’icona fosse stata dipinta da San Luca e che le idrie fossero nientedimeno che quelle delle nozze di Cana, in cui Gesù trasformò l’acqua in vino, fece sì che essi divenissero oggetti particolarmente venerati.

Alla morte di Carlo I d’Angiò, l’icona e le idrie passarono nelle mani del nipote Ludovico. Tuttavia, nel 1282 scoppiarono a Palermo i cosiddetti “vespri siciliani” e Carlo II d’Angiò dovette barattare la propria libertà con tre dei suoi figli, tra i quali Ludovico, e cinquanta cavalieri. Poco prima di partire Ludovico lasciò l’icona e le idrie al fedele amico Raimondo del Balzo, barone del Castello di Casaluce. Quando finalmente dopo anni riacquisì la propria libertà, Ludovico rinunciò all’eredità del Regno di Napoli in favore del fratello Roberto d’Angiò ed entrò a far parte dell’ordine francescano.

Raimondo del Balzo decise di trasformare il Castello di Casaluce in un monastero, di costruire una chiesa, di affidare tutto ai monaci Celestini, ordine fondato dal papa Celestino V, e di ritirarsi nel Castello di Fumone, in provincia di Frosinone, per trascorrere i suoi ultimi anni di vita in preghiera e solitudine.

Il 4 Maggio 1772 Papa Clemente XIV dichiarava la Vergine con Bambino patrona di Aversa poi, in seguito alla soppressione dei monasteri celestini del Regno di Napoli avvenuta nel 1807, i monaci celestini lasciarono i monasteri di Aversa e Casaluce nelle mani dei rispettivi parroci.

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Con un primo accordo, i parroci decisero di esporre l’icona della Vergine per sei mesi ad Aversa e sei a Casaluce. Tuttavia, un nuovo e definitivo accordo del 23 marzo 1857, stabilì che il quadro fosse esposto per otto mesi a Casaluce e per quattro ad Aversa, con la traslazione annuale del 15 giugno ad Aversa e del 15 ottobre a Casaluce. I festeggiamenti in onore della Madonna si tengono ogni seconda domenica di settembre ad Aversa e ogni prima domenica di maggio a Casaluce.

Ma come nacque l’attrito tra aversani e casalucesi per la Vergine? Si racconta che durante una notte di tempesta, una bella donna con un neonato in braccio si recò presso il convento dei Celestini di Aversa per chiedere ospitalità, ma fu scacciata perchè era vietato l’ingresso alle donne. E questa, sempre sotto la tempesta, giunse fino al monastero di Casaluce dove fu accolta ed ospitata in una stanzetta dai Padri Celestini del posto. Fattosi mattina, i buoni Padri non trovarono più né la donna, né il pargoletto, ma al suo posto c’era una piccola icona raffigurante il bel volto della signora di quella notte che sorreggeva un bambino.


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