I reperti di Napoli sbarcano negli Usa: petroliere matto per i nostri “pezzi”



Una convenzione tra il Museo Archeologico nazionale di Napoli e il Paul Getty Museum di Los Angeles (Usa): la firma per l’accordo sarà messa oggi da Paolo Giulierini, direttore dell’Archeologico, come informa la pagina ufficiale del Consolato americano a Napoli su Facebook, postando la news che avvicinerà l’Italia agli Stati Uniti in una collaborazione culturale innovativa.

In effetti, risale al 1974 un evento emblematico in questa direzione, anno in cui una ricostruzione della Villa dei Papiri di Ercolano fu voluta dal petroliere Paul Getty a Los Angeles, colui che già possedeva una galleria d’arte unica nel suo genere.

Gli accordi attuali prevederanno mostre, esposizioni e un programma di restauro, i quali, assieme, costruiranno un iter di scambi culturali tra i due paesi.

Le prime date certe riguardano una mostra di reperti della collezione egiziana, provenienti dal Museo di Napoli, che saranno esposti nel 2017 a Los Angeles e, soprattutto l’esposizione, nel 2019, di alcune statue appartenenti all’Archeologico, di cui Getty fece costruire le copie negli anni ’70; queste ultime saranno sostituite e la Villa californiana potrà esporre i pezzi originali.

In cambio, il petroliere statunitense si impegnerà nel restauro dei reperti egiziani e delle statue che metterà in esposizione.

Certo, sarebbe stato meglio creare opportunità per i restauratori nostrani, i quali si dimenano in questa giungla istituzionale che all’arte lascia sempre pochi spiccioli.

Pertanto, usiamo la nostra arte come moneta di scambio, affinché la rimettano in salute, visto che noi, probabilmente, non possiamo. Ed è triste, come quando hai un figlio ma non puoi prendertene sempre cura.


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