Ischia, scoperto un nuovo muro di VI secolo a.C. a Villa Arbusto


L’isola di Ischia, come del resto tutto il nostro territorio campano, ci riempie sempre di grandi soddisfazioni; solo qualche mese fa Costanza Gialanella, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, aveva annunciato che sarebbero iniziati a settembre gli scavi archeologici all’interno di Villa Arbusto a Lacco Ameno, una campagna di scavo portata avanti dalle università tedesche di Amburgo e Francoforte e soprattutto grazie ai fondi della Fondazione Thyssen, oggi possiamo dire che sta già dando i suoi bei frutti: l’antica Pithecusae sta tornando alla luce con scoperte eccezionali.

Le indagini archeologiche, condotte da due equipe guidate da Stephan Faust e Nadine Burkhardt, ha rinvenuto a pochi metri da Mazzola, l’antico insediamento metallurgico di età greca arcaica, un muro in pietre di trachite squadrate che è molto simile a quello già rinvenuto a Mazzola, databile all’incirca al VI secolo a.C.

Costanza Gialanella, come riporta La Repubblica, si dice fiduciosa che questi scavi possano far emergere tutte le strutture di questo antico insediamento, che sarà destinato a Parco Archeologico.

Quella di Ischia è una zona fragile, colpita spesso da calamità naturali che hanno portato a diverse distruzioni, e ne sono una testimonianza proprio i resti archeologici. Le strutture emerse ci dicono che tra l’ VIII e il VII sec. a.C. il sito era abitato, poi è stato abbandonato nel primo quarto del VII sec. a.C., per poi essere occupato in parte nella prima metà del VI sec. a.C. e poi abbandonato di nuovo per un decennio.

Chissà se questi nuovi scavi potrebbero portare alla luce nuove scoperte, nuove informazioni su questo bellissimo insediamento dove è stata rinvenuta anche la famosa Coppa di Nestore; proprio in quella zona venne ritrovato un peso da bilancia di precisione sicuramente utilizzato per pesare metalli preziosi e questo ci dice che nell’antica Pithecusae c’era una forte presenza di artigianato orafo connesso all’ambito greco, e non poteva essere altrimenti dal momento che con la Grecia intratteneva stretti rapporti commerciali.

Se da un lato c’è una gioia immensa per la ripresa di scavi archeologici, in un’area come quella di Ischia che può dare ancora tanto, dall’altro lato c’è l’amarezza che ancora una volta l’Italia non è in grado di valorizzare le nostre bellezze.

 


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