A Lecce c’è Porta Napoli: ecco perché si chiama così


Nel cuore della Puglia, precisamente nel centro di Lecce, vi è un imponente monumento storico che porta il nome della città partenopea. Stiamo parlando di Porta Napoli, un arco di trionfo situato in Piazzetta Arco di Trionfo, costruito nel 1548 e chiamato così perché costituiva il punto dal quale uscire dalla città per giungere direttamente verso la Capitale.

Porta Napoli sorge nell’area in cui, un tempo, vi era Porta San Giusto e fu edificata per volere della cittadinanza e del nobile Loffredo Ferrante, secondo un progetto dell’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya e in onore dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo come forma di riconoscenza del suo potere e del suo operato. Il merito attribuito a Carlo V fu quello di aver contribuito, nel 1480, alla vittoria dei popolo salentino contro quello dei Turchi.

Attualmente il centro storico di Lecce è privo di mura che lo circondano, ma, in passato, l’unico modo per entrarvi era attraverso uno dei tanti varchi d’accesso. Oggi le porte sopravvissute sono solo tre, oltre Porta Napoli, vi sono Porta Rudiae e Porta San Biagio.

Porta Napoli - Lecce

Dal punto vi vista architettonico, la maestosa struttura è alta circa venti metri ed è affiancata da due colonne corinzie che sorreggono un timpano triangolare, sul quale sono presenti alcuni simboli: quello principale è lo stemma imperiale asburgico, seguito dall’aquila bicipite e dalla corona, da alcune armi militari e dalle colonne d’Ercole.

Al di sotto di questo è collocata un’epigrafe dedicata al Sovrano:

All’Imperatore Cesare Carlo V, augusto trionfatore, nelle Indie, nelle Gallie ed in Africa; soggiogatore dei cristiani ribelli, spavento e sterminio dei Turchi; propagatore della religione cristiana in tutto il mondo con le opere e con i consigli; essendo al governo di questa provincia Ferrante Loffredo, che seppe tener lontani da i lidi del Salento e della Japigia i Turchi ed i nemici dell’impero; l’Università ed il popolo leccese riconoscente dedicò quest’arco alla grandezza e maestà di Lui, l’anno 1548.


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