Monumento ai caduti di Piazza Trieste ad Ercolano: quando e chi lo ideò

Monumento ai caduti di Piazza Trieste


Tantissimi sono i monumenti dedicati ai caduti in guerra in Campania, un fenomeno che si attesta dopo la Prima Guerra Mondiale, diventando, non solo un modo per ricordare i soldati morti in guerra, ma anche un modo per rafforzare il senso nazionale-patriottico della guerra.

Una guerra intesa come valore, coraggio e difesa della propria nazione, questo era il sentimento da cui scaturiva la volontà di innalzare queste opere; inizialmente però i monumenti ai caduti si diffusero come memoria e ricordo dei parenti più vicini al soldato che volevano così dare un significato alla morte dei propri cari.

Il nostro territorio annovera numerosi monumenti ai caduti e tra questi c’è quello situato a Piazza Trieste ad Ercolano. Fu inaugurato il 7 novembre 1965:  un corteo cittadino sfilò dal Palazzo Civico dell’allora Resinapreceduto dalle autorità civili, religiose e militari, e da un rappresentante del Ministero della difesa, per arrivare a Piazza Trieste.

L’opera è dedicata a tutti i caduti dal Risorgimento in poi. Concepito entro un perimetro circolare, si trova all’interno di una rotonda stradale, delimitato da ogive ancorate ad una catena di recinzione. Si tratta di un monumento complesso con doppio significato, dato dalla presenza di due sculture bronzee. L’opera, così ideata, è attribuita all’artista Bruno Galbiati anche se la scultura del fante è ben più antica, difatti inizialmente si trovava nella Basilica di Pugliano, poi fu spostato al cimitero comunale e ricollocato nel nuovo contesto commemorativo.

Vittoria alata, monumento ai caduti di Piazza Trieste

Vittoria alata, monumento ai caduti di Piazza Trieste

Da un lato abbiamo la rappresentazione scultorea di un fante dolente appoggiato ad una lapide, dall’altro una maestosa scultura bronzea che rappresenta una rielaborazione del soggetto della Vittoria alata con queste immense braccia spalancate. Il monumento di Piazza Trieste consta, dunque, di un duplice significato: la commemorazione del caduti in guerra ma anche la rappresentazione della vittoria in guerra; difatti l’iconografia della vittoria alata risale all’antica Grecia, dove era chiamata Nike ed era la divinità che impersonificava la vittoria in battaglia, gli antichi Romani ripresero questa immagine con lo stesso significato mentre in epoca cristiana le vittorie alate diventarono i cosiddetti angeli.

Il monumento si inserisce in una nutrita serie di opere realizzate tra gli anni Sessanta e Novanta dall’artista di Portici Bruno Galbiati, allievo dello scultore fiorentino Lelio Galli.

Fonti:

“La Campania e la Grande Guerra: I Monumenti ai Caduti di Napoli e Provincia”, di Maria Rosaria Nappi, Napoli, 2011

 


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