Phonotype, un record dimenticato: a Napoli la prima azienda di dischi d’Italia


Napoli – In un tempo in cui mp3 e YouTube potevano esistere solo nei sogni più fantasiosi, i grammofoni furono una vera e propria rivoluzione. Per la prima volta la musica usciva dai costosi e blasonati teatri per entrare nelle case di tutti ed essere ascoltata in qualunque momento. Questo avveniva nella seconda metà dell’800 ed, ovviamente, le case editrici di dischi, al tempo in cera nera, si contavano sulla punta delle dita in tutto il mondo: l’Italia, ad esempio, non ne possedeva nessuna e solo i più ricchi potevano permettersi simili tecnologie.

Fra questi c’era Raffaele Esposito, uno stalliere. In via Enrico de Marinis, traversa di via Mezzocannone, l’uomo possedeva una piccola stalla dove sellava ed agghindava i cavalli con gli accessori di sua produzione. Raffaele era talmente bravo nel suo lavoro da attirare una clientela importante, fra cui la famiglia reale dei Savoia. Col tempo, venne nominato cavaliere, si arricchì e riuscì a permettersi una villetta estiva sul bosco di Capodimonte e, da appassionato di musica lirica, volle arredarla con un grammofono.

Fu proprio utilizzando i dischi di aziende straniere che decise di poterli produrre da solo. Utilizzò quasi tutti i suoi cospicui guadagni per comprare le apparecchiature necessarie per registrare ed incidere. Gli strumenti, per l’epoca i più avanzati, vennero sistemati nella vecchia stalla che si trasformò, nel 1901, nella prima sede della Società Fonografica Napoletana, detta La Sirena per donna sul logo. Dopo i primi 10 anni di attività, caratterizzati da un successo immediato, la società cambiò nome nell’attuale “Phonotype Records”. Oggi sono tantissime le case discografiche italiane, eppure bisogna sempre ricordare che se la musica è così accessibile è anche merito di un napoletano intraprendente.


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