Pasqua, cosa significa e le differenze tra quella Cristiana ed Ebraica


La Pasqua non è solo uova di cioccolato e squisiti manicaretti, ma è una delle principali solennità celebrate dalla religione cristiana e da quella ebraica. Un filo conduttore le lega e le tiene salde, tuttavia esistono profonde e significative differenze tra le due. Partendo dal principio, il termine Pasqua deriva dal latino pascha e dall’ebraico pesah.

Secondo la religione cristiana, la Pasqua celebra la resurrezione di Gesù di Nazareth, crocifisso per amore degli uomini, liberandoli così dal peccato originale. Indica inoltre il passaggio dalla morte alla vita per Gesù, mentre per i cristiani è il passaggio ad nuova vita fatta di virtù anziché di vizi.

Annunciata già da Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, la resurrezione di Gesù Cristo simboleggiò l’avvento del Regno di Dio: “Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture.”

La Pasqua Cristiana è preceduta da un periodo di penitenza di quaranta giorni, la Quaresima, che va da mercoledì delle ceneri fino al sabato Santo. A partire dalla Domenica delle Palme, giorno in cui viene ricordato l’arrivo del Messia a Gerusalemme, inizia la Settimana Santa scandita da appuntamenti liturgici precisi.

Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione, il giovedì viene ricordata l’ultima cena di Gesù nel Cenacolo con i dodici apostoli, il venerdì Santo si svolge il rito della Via Crucis, attraverso il quale si ripercorre in modo figurativo l’ultimo giorno di vita di Cristo fino al momento della sua crocifissione, infine il sabato Santo è un giorno di preghiera silenziosa in attesa della Domenica per festeggiare la resurrezione di Gesù Cristo.

Secondo il Nuovo Testamento, Gesù fu crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica, che quindi cadeva di sabato. Come specificato nei Vangeli, la Pasqua cristiana dovrebbe essere celebrata la prima domenica dopo la Pasqua ebraica, festeggiata, secondo la Bibbia ebraica, quattordici giorni dopo l’inizio dell’anno religioso.

Tuttavia questo portò delle controversie nel mondo cristiano, così il Concilio di Nincea nel 325 d.C. stabilì che la Pasqua doveva essere celebrata la prima domenica dopo la prima luna piena di Primavera. Quindi, in tal modo la Pasqua ebraica cade tra il 4 aprile e il mese di maggio, mentre quella cristiana tra il 22 marzo e il 25 aprile.

La Pesah, che significa passare oltre, festeggia la liberazione del popolo giudeo, guidato da Mosè, dalla schiavitù in Egitto e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. E’ probabile che la Pesah abbia origine dalla festa pastorale praticata nel Vicino Oriente dai popoli nomadi per ringraziare Dio.

La Pasqua ebraica ha inizio con il plenilunio di marzo e dura sette giorni, durante i quali viene ricordata la liberazione dalla schiavitù attraverso diversi riti, come la lettura dell’Haggadà, il libro della leggenda, e seguendo un rigido schema alimentare che bandisce l’assunzione di cibi lievitati, per tal ragione si mangia il pane azzimo.

Quest’ultimo è di fondamentale importanza per il popolo perché è l’alimento che gli ebrei consumarono durante la fuga dall’Egitto. Proprio per questo la Pasqua viene anche definita come festa degli azzimi.

Anche le pietanze del banchetto pasquale ripercorrono i giorni della sofferenza: le erbe amare ricordano lo strazio del popolo ebraico, il pane azzimo, l’agnello intero arrostito, le erbe rosse, un uovo che simboleggia il lutto e la salsa charoseth, usata dagli schiavi ebrei in Egitto. Il tutto servito solo ed unicamente in stoviglie dedicate appositamente alla ricorrenza.


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