Cappella Sansevero: il misterioso significato del pavimento labirintico


Cappella Sansevero, situata nel cuore del centro storico di Napoli, nei pressi di piazza San Domenico Maggiore, è classificabile come uno fra i musei napoletani più visitati dai turisti di tutto il mondo.

Questo gioiello artistico, creato per volere del settimo principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, ospita al suo interno mirabili capolavori quali l’affascinante scultura marmorea del Cristo Velato, opera di Giuseppe Sanmartino risalente al 1753, le macchine anatomiche commissionate, nel 1763, dal principe di Sansevero all’anatomista palermitano Giuseppe Salerno, le statue della Pudicizia di Antonio Corradini e quella del Disinganno di Francesco Queirolo.

Il pavimento è un labirinto, l’ennesimo mistero della Cappella Sansevero

Tuttavia non tutti sanno – o probabilmente non avranno notato – che all’interno del mausoleo nobiliare è presente un’ulteriore opera artistica: il singolare ed enigmatico pavimento con motivo a labirinto, un tempo presente in quasi tutto il sito, oggi, invece, visibile solo in alcuni punti.

L’emblematico tema del labirinto dovrebbe simboleggiare il tortuoso percorso, composto da bivi e strade alternative, che l’individuo deve compiere per giungere alla conoscenza.

Quando e come nasce il pavimento labirintico?

Intorno la metà del 1760, Raimondo di Sangro incaricò l’artista Francesco Celebrano di realizzare un pavimento di marmoree tarsie policrome con sfumature dal blu al bianco, all’interno delle quali si incastra una linea di marmo bianca continua e senza giunture. Un disegno quindi che consiste in un’alternanza di croci gammate (svastiche) e quadrati concentrici, in poche parole un disegno con motivi labirintici.

In fase di realizzazione, il lavoro si rivelò difficile e di lunga esecuzione tanto che nemmeno il principe riuscì, prima della sua morte, a vedere l’opera conclusa.

Nel 1889 un grave crollo distrusse quasi totalmente il pavimento labirintico e data la sua ardua progettazione non fu restaurato. La cappella fu perciò ripavimentata con piastrelle in cotto napoletano, smaltate con i colori del casato di Sangro – giallo e azzurro – in corrispondenza dello stemma nobiliare. Attualmente alcune lastre del pavimento originale sono rintracciabili nel passetto antistante la tomba del principe Raimondo di Sangro, nella Cavea sotterranea e nella Sagrestia.

Insomma occhi ben aperti e sguardo puntato verso il basso la prossima volta che visitate Cappella Sansevero!

Fonte – museosansevero.it


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