Montagna Spaccata dei Campi Flegrei: l’incredibile opera dei romani


Uno dei lasciti più importanti dei romani è, senza ombra di dubbio, la conoscenza nel campo dell’architettura e dell’urbanistica. Gran parte delle più importanti città europee si erge su fondamenta millenarie ed in tutto il mondo si ripetono gli stessi schemi e progetti inventati dai nostri antichi progenitori. La Montagna Spaccata, situata nella zona dei Campi Flegrei, è l’esempio lampante del genio architettonico dei romani.

Al tempo il porto di Puteoli, oggi Pozzuoli, era un’importantissima risorsa per tutta la penisola: merci e ricchezze di qualunque genere arrivavano da ogni angolo del Mediterraneo. Il problema era trovare un modo per trasportarle fino a Roma. La via Antica Consolare Campana, lunga 21 miglia, partiva dall’Anfiteatro Flavio di Puteoli e si snodava tra alcuni antichi crateri, passando per i territori di Quarto, Marano, Qualiano, Giugliano ed Aversa, finendo sulla via Appia, collegata direttamente a Roma.

Tuttavia, all’altezza del quarto miglio (dove oggi sorge Quarto), l’asse viario veniva interrotto da un’enorme collina dal diametro di circa 900 metri: uno delle più antiche bocche vulcaniche dei Campi Flegrei. Circumnavigare il luogo rallentava moltissimo i trasporti, già non semplici all’epoca. Così, i romani decisero che se la collina intralciava i commerci doveva venire “spaccata”. La strada, oggi denominata “Montagna Spaccata”, è il risultato dell’importantissima impresa urbanistica.

Il taglio è largo 78 metri nella parte superiore e alto 50. Mura di sostegno furono realizzate sui due lati, lungo i 290 metri di lunghezza. Un lavoro impeccabile che dimezzò i tempi di percorrenza dell’Antica Consolare Campana e garantì lo sviluppo incredibile del porto di Puteoli come base commerciale.

Sono tutt’oggi visibili i resti di quello che sembra essere stato un arco in tufo destinato a sostenere le spinte laterali del terreno: una struttura realizzata talmente bene più di due millenni fa da resistere intatta al terremoto del 1980. C’è ancora molto da scoprire sull’operato dei romani nei Campi Flegrei: basti pensare che gli incendi degli ultimi tempi hanno fatto riemergere un altro tratto di mura della “Montagna Spaccata”.


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