Mariotto e Ganozza: la novella napoletana che ispirò Romeo e Giulietta


Mariotto e Ganozza: i “Romeo e Giulietta” nati dalla fantasia di Masuccio Salernitano.

Ci sono storie che entrano nei cuori delle persone e nell’immaginario collettivo al punto tale da resistere allo scorrere del tempo e ai cambiamenti, riuscendo a divenire di una bellezza quasi immortale. È questo il caso della tragedia shakespeariana “Romeo e Giulietta” che ha appassionato e continua ad appassionare milioni di persone.

Pare che William Shakespeare nello scrivere la sua opera più famosa sia stato indirettamente influenzato dalla storia di Mariotto e Ganozza raccontata da Masuccio Salernitano nel suo “Novellino”. Tommaso Guardati, soprannominato successivamente Masuccio Salernitano, nacque a Salerno nel 1410. Esponente di una famiglia nobile molto ricca, dapprima tentò la carriera ecclesiastica successivamente, dopo aver dismesso la toga, si trasferì a Napoli alla corte di Alfonso D’Aragona, nella quale entrò in contatto con i maggiori rappresentati della cultura umanistica.

Da Luigi Settembrini viene definito “il Boccaccio napoletano” nell’introduzione della ristampa avvenuta nel 1878 de “Il Novellino”, la sua raccolta di novelle. Morì nella natia Salerno nel 1475. L’anno successivo venne pubblicata postuma a Napoli “Il Novellino”. L’opera è scritta in toscano e napoletano, e contiene numerosi latinismi. La trentatreesima novella raccolta nello scritto prende proprio il titolo di “Mariotto e Ganozza”.

La storia è ambientata a Siena, Mariotto e Ganozza erano due amanti che travolti dal fuoco della passione decisero di sposarsi in segreto. Poco dopo Mariotto ebbe uno scontro verbale con un concittadino e, proprio come Romeo Montecchi, si macchiò di omicidio. A causa di questo delitto il nostro protagonista venne condannato a morte. Per aver salva la vita Mariotto fuggì ad Alessandria d’Egitto ove trovò il supporto di un suo zio. Ganozza pur di seguire il suo amato non esitò a farsi credere morta e travestendosi da frate, grazie ad una finta identità, si mise in viaggio per la città egiziana.

Informato dal fratello della morte della sua amata, Mariotto decise di far ritorno a Siena, nel frattempo però Ganozza giungeva ad Alessandria d’Egitto e quando venne a sapere che Mariotto era rientrato in Italia, la giovane subito organizzò il viaggio di ritorno nella città natale. Giunta a Siena apprese che il suo amato era stato giustiziato a causa del suo crimine, appena tre giorni prima. Sconvolta dal dolore la giovane decise di chiudersi in convento ma non sopravvisse a lungo al suo amato e poco dopo morì di dolore.

Le similitudini tra questo racconto e quello shakespeariano sono molteplici: un amore tormentato e a tratti impossibile, la morte dei protagonisti e quant’altro. Non sarebbe impossibile che Shakespeare, sulle quali non mancano delle congetture circa una sua eventuale origine siciliana, abbia tratto spunto da questa storia per dar vita al suo immortale e più apprezzato capolavoro.


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