Carceri Vecchie, un mausoleo imperiale di Capua Antica


Chiunque passi per la via Appia, il tratto di strada tra il Comune di Caserta e quello di Santa Maria Capua Vetere, non può fare a meno di voltare lo sguardo verso questo grande monumento romano. Quasi nascosto dalle abitazioni moderne e affiancato da un supermercato, le Carceri Vecchie è la tomba antica più grande della Campania.

La denominazione “Carceri Vecchie” deriva dall’errata credenza che in antico vi fosse una galera per i gladiatori che combattevano nel vicino Anfiteatro Campano. In realtà si tratta di un sepolcro di età imperiale, databile al I secolo d.C. E’ costituito da una pianta centrale con corpo anulare esterno e uno più interno cilindrico, le murature esterne sono in opus reticulatum (qui le varie tecniche murarie dei romani) in calcare e ricorsi in opus latericium, all’interno si ripete l’opera reticolata.

La facciata del tamburo esterno è scandita per oltre la metà da nicchie alternate a fondo piano e curvo con copertura a calotta rivestita in origine da stucco modellato a valva di conchiglia. Le nicchie sono separate da semi colonne tuscaniche rivestite anch’esse di stucco scanalato. Il corpo centrale è collegato a quello esterno tramite setti radiali che lasciano grossi spicchi vuoti tra le due strutture i quali forse erano ricolmi di terra con alberi, ad imitazione del mausoleo di Augusto a Roma.

La camera funeraria è a croce greca e sotto il pavimento si trova la cassa di tufo per la deposizione. Sormontata da una volta a crociera le pareti sono decorate da preziosi frammenti di antiche pitture, che dovevano essere nel III stile pompeiano con leggere edicole su fondo bianco. Sulla destra è visibile un grande graffito raffigurante un cervo.

Interno della camera sepolcrale (volta a crociera e affreschi)

Verso la metà dell’Ottocento fu costruita la chiesetta della Madonna della Libera che occupò parte dell’antico ingresso al mausoleo e attraverso una botola nel pavimento si accede alla camera sepolcrale. La grandezza del monumento e la sua posizione, ubicato lungo la via Appia e di fronte al fondo Patturelli, avvalora l’ipotesi che la tomba appartenga ad una personalità importante di quella che fu l'”Altera Roma“.

Ingresso della chiesa della Madonna della Libera (metà ‘800)

Le “Carceri Vecchie” sorgevano lungo l’antica via Appia in direzione Calatia (odierna Maddaloni), a breve distanza dalle mura cittadine di Capua Antica e facevano parte della necropoli orientale della città, una zona che sin dall’età sannitica era destinata a sepolture di prestigio. Insieme alla vicina “Conocchia” rappresenta uno degli elementi più identificativi del paesaggio della Capua Vetus.

Il sito oggi è visitabile solo su prenotazione.

Particolare del tamburo

 

Fonti:

– Alfonso de Franciscis, Roberto Pane, Mausolei romani in Campania, Napoli 1957, pp. 86-104.

– Pierre Gros, L’architecture romaine, II. Maisons, palais, villas et tombeaux, Paris 2001, pp. 433-434.

– Stefano De Caro, La terra nera degli antichi campani, Napoli 2012, pp. 59-60.


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