I 5 miti che avvolgono l’antica città di Pompei


L’antica città di Pompei con il suo fascino attira tantissimi turisti, chi non vorrebbe andare indietro nel tempo attraverso una città ferma nel periodo storico della Roma imperiale?

Tutti conoscono Pompei e i suoi ultimi giorni, ma non tutti sanno che sono state raccontate alcune vicende anacronistiche durante l’eruzione vesuviana.  Prima di passare ai falsi miti da sfatare, vorrei fare un rapido excursus sulle origini di Pompei, la nascita e i progressi degli scavi.

La popolazione osca formò un primo nucleo abitativo a Pompei nel VII a.C. Successivamente subì l’influenza culturale dagli etruschi, nel 474 a.C., gli etruschi furono sconfitti da una coalizione cumana – siracusana e Pompei conobbe anche la cultura ellenica. I sanniti nel V secolo si stanziarono a Pompei e apportarono delle notevoli migliorie all’assetto urbanistico della città.  Quando i socii italici dichiararono guerra a Roma, perché vollero ottenere la cittadinanza romana, anche Pompei partecipò affianco ai socii. La vittoria dei romani sui pompeiani provocò la trasformazione politica della città in colonia. In quel ginepraio di etnie, di cui poté vantare Pompei, si aggregarono anche i romani, che funsero da guida politica e amministrativa. Nel 62 d.C., ci fu un violento terremoto che indusse a molti pompeiani ad abbandonare la città. Nel 79 d.C., la città di Pompei fu sepolta dalla furia del Monte Somma. Finita l’eruzione, l’imperatore Tito mandò un’apposita commissione d’inchiesta per stimare i danni e prestare soccorso alla città. Non si poté fare molto per la città, emersero solo alcune parti degli edifici.

In seguito l’erba ricrebbe e automaticamente di Pompei non si seppe più nulla fino al 1592 durante un’operazione di scavo, tuttavia non furono varate altre operazioni similari. Carlo di Borbone fece avviare una serie di lavori per riscoprire l’antica città romana. Altre operazioni di scavo furono avanzate da Carolina Bonaparte, durante il governo francese nel Regno di Napoli. Una simile prassi fu perseguita dai Borbone con Francesco I, da Giuseppe Fiorelli nel periodo storico dell’Unità d’Italia, poi da Amedeo Maiuri. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale i siti furono danneggiati,  dopo la guerra furono varati altri provvedimenti per estendere gli scavi. Oggi c’è una politica basata più sulla conservazione e restaurazione degli scavi anziché avviare ulteriori scoperte.

Pompei fu sepolta dalla lava

Eruzione Vesuvio

L’immagine di Pompei sepolta dalla lava è impressa nell’immaginario collettivo, in realtà la città fu sepolta da lapilli e pomici.

La forma ben visibile del vesuvio

Vesuvio

Quante volte abbiamo visto nei film e/o nei documentari il Monte Somma con la sua forma conica dominare sull’antica Pompei? In realtà si tratta di un mito, il Monte Somma non poté vantare una grandissima altezza, anzi, fu basso.

Pompei, la città del sesso

Pompei città del sesso

Oggi c’è un vasto mercato di oggetti a sfondo sessuale che rimandano al passato di una città dedita alle depravazioni sessuali. Questo mito è stato fomentato dai rinvenimenti di numerose pitture, statue e oggetti con rappresentazione a sfondo erotico.  In realtà tutte le città romane ebbero un simile repertorio.

La matrona e il gladiatore

La matrona e il gladiatore

Durante l’eruzione del vesuvio sono state fomentate alcune leggende su alcuni pompeiani, la base delle storie prende forma grazie ai rinvenimenti di alcuni scheletri, tra questi ricordiamo la matrona e il gladiatore. Dietro ai due personaggi è avvolta una descrizione romantica: la matrona andò dal suo amato gladiatore per stare insieme un’ultima volta.

La sentinella

La sentinella

Un altro fantasioso aneddoto è quello della sentinella, che non venne meno ai suoi doveri di difendere Porta Ercolano nonostante ci fosse l’eruzione vesuviana.  Questa narrazione fu celebrata da diversi letterati, in particolare ricordiamo Mark Twain e William Gell.

Bibliografia:

Eva Cantarella, Luciana Jacobelli, Pompei è vita, Milano, Feltrinelli, 2013,

Sitografia:

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/11/28/angela-cambia-data-alleruzione-pompei-fu-sepolta-il-24-ottobreNapoli14.html

 


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