Reggia di Carditello: la sconfitta della politica, la sconfitta di un popolo


L’abbandono e l’incuria in cui versa la Reggia di Carditello è qualcosa di inaudito. L’asta, bandita dal tribunale, va deserta e pare che l’unica persona a tenere a cuore le sorti dell’edificio che fu borbonico è l’Angelo di Carditello, a cui abbiamo posto alcune domande

Capita spesso che i numerosissimi turisti che visitano Napoli, tornino nei loro paesi delusi, amareggiati ed arrabbiati. Tutta questa frustrazione non deriva certo da una presunta mancanza di qualità delle nostre bellezze storiche ed artiste, ma piuttosto dal loro mantenimento e dalla loro triste condizione. Non sono in pochi quelli che sostengono che i nostri beni in altri paesi frutterebbero molti soldi e sarebbero di gran prestigio ed ovviamente riceverebbero un trattamento completamente diverso, sicuramente migliore. Purtroppo le prove a favore di questa tesi sono molte, troppe. Tra queste c’è la Real tenuta di Carditello, meglio nota come Reggia di Carditello.

Questa struttura rappresenta uno dei 22 siti della dinastia reale dei Borbone. Costruito dall’architetto Francesco Collecini, voluta dal re Carlo III di Borbone, si trattava non solo di un luogo di svago, ideale per la caccia, ma anche un ottima impresa di allevamento di cavalli, simbolo degli ideali illuministi tanto cari alla famiglia reale. Successivamente Ferdinando IV di Borbone ne volle fare esclusivamente un impresa di gran qualità.  Sembra quasi scontato dire che con l’unità, quest’immensa struttura che fruttava non poco all’economia dell’antico Regno delle Due Sicilie, fu smembrata e poi venduta, perdendo gran parte del suo valore. Successivamente ci fu l’occupazione tedesca che ne aggravò la situazione. Oggi giorno vive un vergognoso stato di abbandono.

In molti si sono occupati di questa regia ma al momento i risultati tardano a venire. Effettivamente c’è tanto da fare. In primis, ed è già in corso una lotta per ciò, si deve fermare l’asta che tenta in tutti i modi di vendere quel che dovrebbe essere un bene pubblico. Questa battaglia è portata avanti da Tommaso Cestrone, un uomo che da volontario ha ripulito la reggia, denunciato e fermato i continui furti che avvenivano di notte. Successivamente bisognerebbe effettuare un opera di riqualificazione del sito e cercare di recuperare quel che si può. Pare tra l’altro che ci siano delle opere un tempo appartenenti a tale reggia, ora distribuite un po’ ovunque. Anche in quest’altro campo c’è chi sta operando.

Purtroppo però il solo impegno delle persone non basta! La politica dovrebbe cominciare ad impegnarsi seriamente,e ciò non accade. Basti pensare che in occasione del flash mob abbracciamo Carditello del 3 febbraio 2013, in piena campagna elettorale, una serie di politici hanno firmato un vero e proprio impegno per la reggia di Carditello, ma a distanza di  mesi non è accaduto nulla di concreto. Insomma i cittadini, in un modo o nell’altro, si stanno impegnando seriamente per un bene che sentono loro e che appartiene alla loro cultura, ma la politica continua a non fare il proprio dovere. Tra questi c’è il già succitato Tommaso Cestrone, il quale attualmente è stato nominato dal Tribunale ausiliario custode giudiziario. Tommaso ha una storia particolare e ha deciso di raccontarla a VesuvioLive.it.

Dunque lei su FaceBook ha un profilo in cui si legge “L’angelo di Carditello“, ma qual è il suo vero nome? Mi chiamo Tommaso Cestrone e dal 2010 sono qui nella Reggia borbonica dimenticata, che da tanto tempo era vittima di furti, era stata quasi del tutto vandalizzata. Allora cominciai a collaborare con la Polizia di Stato.
Oramai è da tempo che furti non ce ne sono perchè da volontario ho cominciato a svolgere l’attività di custode.

Secondo lei di cosa ha bisogno la Reggia? Cosa è stato fatto fin ora?
Innanzitutto bisogna bloccare l’asta. La reggia deve rimanere un bene pubblico. Questa struttura è stata messa all’asta a causa di una cattiva gestione. Quel che è stato fatto è gran parte merito mio. Ho speso 24.000 euro per ripulire tutta la reggia che era piena zeppa di rifiuti. Da 3 anni sto qui come volontario in qualità di custode, nomina che poi il Tribunale ha ufficializzato, attirato da un presidio che abbiamo organizzato nel 2012. In quell’anno sono stato nominato ausiliario custode giudiziario mentre al comune di San Tammaro veniva affidato il compito di riqualificare la Reggia. Purtroppo ciò non è accaduto e il Tribunale ha sciolto il presidio e ha tolto l’incarico al Comune. Il bene attualmente è gestito dal Tribunale, mentre si attende un acquirente privato..

Qual è stato il ruolo della politica in tutti questi anni?
Tutta la politica campana ha fatto la passerella tra i giardini di questa reggia abbandonata. Il mantenimento di questo bene purtroppo costerebbe un milione circa ed in realtà nessuno vuole prendersi questa responsabilità e questo onere. Nonostante il disinteresse più totale e l’incapacità della politica di gestire fruttuosamente un bene così importante, in molti qui sono venuti a farsi la campagna elettorale. Ma io sono sempre stato lì pronto a far emergere la verita

In conclusione: un messaggio per colore che dovrebbero occuparsi Reggia di Carditello
A tutti i politici voglio dire che da solo in questi anni ho lottato contro ladri, vandali e drogati vari, bloccandoli definitivamente ed ho ripulito, mantenendo come potevo il decoro di questo sito ad alto valore culturale. Eppure sono convinto che se questa reggia finirà nelle mani delle persone sbagliate, il tribunale sarà costretto ad intervenire nuovamente. Perciò è necessario bloccare l’asta e fare in modo che la Reggia resti un bene pubblico, perché solo chi ha a cuore Carditello potrà gestirla in modo adeguato.  

Il Video
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