Quest’anno Ischia compie 2800 anni. Primo stanziamento greco in Italia


Seguendo il consiglio di un nostro lettore abbiamo approfondito e abbiamo visto che quest’anno dovrebbe cadere l’anniversario della fondazione di Pithecusa, la nostra isola di Ischia.

Da decenni si prendeva in considerazione la cronologia di Varrone, storico latino, che datava la nascita di Ischia tra il 754-753 a.C., invece studi più recenti anticiperebbero l’evento tra il 790 e il 780 a.C. In realtà la nascita di uno stanziamento non avvenne mai in una precisa data, ma la frequentazione di un’area si compiva nel tempo.

Sta di fatto che Pithecusa è stato il primo stanziamento greco in Italia. Ma perché i greci decisero di venire in Italia? Questo popolo, caratterizzato già da una ricca e florida cultura, decise di muoversi alla ricerca di nuove terre fertili e coltivabili, poiché la popolazione greca stava aumentando. Ma i greci conoscevano bene l’Italia meridionale, perché la frequentavano, a scopi commerciali, già dall’età del ferro. Decisero così di approdare nella nostra isola verde e di stanziarsi, dando vita secondo alcuni ad una apoikìa (colonia) e secondo altri ad un emporion (emporio).

Secondo alcuni studiosi, infatti, Ischia non sarebbe la prima colonia (la prima si dice sia Cuma, sulla costa) ma uno stanziamento a sfruttamento artigianale e commerciale, invece, secondo altri una vera e propria polis greca, dato che vantava già nel terzo quarto dell’VIII secolo una popolazione di quasi 10.000 abitanti. Le ipotesi sono ancora controverse, ma sta di fatto che i greci scelsero Ischia come primo luogo su cui stabilirsi: terra fertile per la produzione di olio e vino, ricca di giacimenti argilliferi per la produzione della ceramica e non troppo lontana dall’isola d’Elba, ricca di giacimenti minerari, per la produzione di armi.

Ischia, che sia stata una colonia o un emporio, rimane comunque il punto di partenza della nostra grande civiltà, la culla della Magna Grecia. Numerose sono le tracce archeologiche sull’isola: dall’abitato di Punta Chiarito al Monte Vico, per non parlare del ricco Museo Archeologico che ospita un’infinità di reperti archeologici, tra i quali il più noto, la cosiddetta “Coppa di Nestore“, sulla quale è inciso il più antico frammento poetico in lingua greca. La coppa reca inciso su di un lato in alfabeto euboico in direzione retrograda, ossia da destra verso sinistra, come nella consuetudine fenicia, un epigramma formato da tre versi, che allude alla famosa coppa descritta nell’Iliade di Omero: “Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona“.

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La coppa di Nestore (Museo Archeologico di Pithecusa)


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