‘A serengara: chi era e cosa faceva a Napoli


Oggi è uno dei mestieri più diffusi e richiesti in Italia e all’estero, ma in passato quello dell’infermiere era un lavoro difficile e molto rischioso. La figura ha cominciato ad essere disciplinata nel nostro Paese solo dall’inizio del XX secolo, con il Regio Decreto-Legge 15 agosto 1925 n. 1832, che prevedeva che le facoltà universitarie, i comuni e le istituzioni di pubblica beneficenza e assistenza sociale, potessero istituire apposite scuole professionali dove si conseguiva un diploma di Stato per l’esercizio della professione di infermiere.

Il primo codice deontologico delle infermiere italiane venne emanato nel 1960, mentre nel 1973 le scuole per infermieri professionali divennero triennali in accordo con le indicazioni europee stabilite nel Rapporto di Strasburgo. La legge del 19 novembre 1990, n. 341, istituì per la prima volta un apposito corso di laurea in scienze infermieristiche che sancì l’ingresso della formazione universitaria quale requisito privilegiato per l’esercizio della professione di infermiere.

Questo preambolo dà l’idea dell’evoluzione che ha subito nel tempo il mestiere di infermiere prima di essere regolamentato e dotato di condizioni sicure. A Napoli è da sempre un lavoro molto richiesto e inflazionato, e in tanti, soprattutto le persone di una certa età, ricorderanno il ruolo della “serengara”, l’esperta di iniezioni.

‘A serengara, infatti, veniva ingaggiata in caso di necessità e pagata con una cifra che variava a seconda della sua bravura e del numero di interventi. Prima di procedere con l’iniezione, la serengara faceva bollire ago e siringa per disinfettarli, ma le condizioni igieniche degli strumenti, che venivano riutilizzati più volte, erano comunque molto approssimative.

Oggi il mestiere di infermiere richiede molto più tempo e titoli di studio, prima bastavano un ago, una siringa e un malato da aiutare.


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