Via Medina: storia, arte e quella strage all’alba della Repubblica


Chiamata anticamente “Largo delle corregge” (perché adibita allo svolgimento di tornei, dove le corregge erano le bardature che si applicavano ai cavalli), via Medina è una delle strade più importanti di Napoli, e ospita monumenti e luoghi di interesse artistico-storico. Con il rifacimento del Maschio Angioino, ad opera di Alfonso V d’Aragona, anche la via delle “corregge” diventa centro di un’intensa attività commerciale, diventando addirittura il quartier generale economico di mercanti esteri.

Ma è nel 1559 che viene eseguito il primo grande intervento di miglioramento e ampliamento voluto dal viceré Pedro Afán de Ribera, Duca di Alcalà. La strada fu chiamata strada Rivera. Ma a metà Seicento si innalzarono sulla via palazzi e chiese ed il duca vicerè Medina de Las Torres, volle posizionarvi al centro una fontana, l’attuale Fontana Nettuno, che prese il nome allora di Fontana Medina, così come la strada, che divenne via Medina.

La via, come detto, è piena di riferimenti artistici e culturali, con tante chiese e palazzi. Partendo da Piazza Municipio, infatti, troviamo sulla sinistra subito Palazzo Fondi, del XVIII secolo, la Chiesa di Santa Maria Incoronata, la Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, e sul lato opposto la Chiesa della Pietà dei Turchini (detta anche dell’Incoronatella).

Sul lato sinistro due Palazzi di Fuga: Palazzo d’Aquino di Caramanico e Palazzo Caracciolo di Forino (o Palazzo Giordano). Sul lato destro invece troviamo Palazzo Carafa di Nocera, la Chiesa di San Diego all’Ospedaletto e il Palazzo della Questura.

Ma via Medina è ricordata anche per un sanguinoso avvenimento storico, che avvenne l’11 giugno 1946. In quell’anno, infatti, la Repubblica vinse nel referendum con 2 milioni di voti di distacco, ma le polemiche dei monarchici furono aspre. La città fu infatti una grande sostenitrice della monarchia sabauda, e dopo la proclamazione della vittoria della Repubblica i monarchici cittadini tentarono il colpo di mano.

Gli scontri furono violenti, e uno dei più pesanti avvenne proprio in via Medina, dove all’epoca c’era la sede del Partito Comunista. Quest’ultima fu assaltata per aver esposto la bandiera tricolore senza lo stemma dei Savoia. Nella guerriglia morirono 9 persone, colpite dalle raffiche della sicurezza, e i feriti furono 150.

Fonti:
– Romualdo Marrone, Le strade di Napoli, Newton Compton Editori, 2004
– guidanapoli.com


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