A cuoppo cupo poco pepe cape: cosa significa questo scioglilingua?


La lingua napoletana ha una sonorità tutta sua, una musicalità intrinseca che risuona in ogni singola parola. “A cuoppo cupo poco pepe cape” è un esempio estremo di questa particolarità. Si tratta di un vero e proprio scioglilingua: basti pensare che la formula estesa recita “A cuoppo cupo poco pepe cape e poco pepe cape in cuoppo cupo”. Sfidiamo anche il più grande conoscitore della lingua a recitarlo ad alta voce tutto d’un fiato senza sbagliarsi.

A cuoppo cupo poco pepe cape

Sembrerebbe, quindi, il corrispettivo napoletano di un semplice “sotto la panca la capra campa”, ma, in questo caso, non si tratta soltanto di un esercizio per la lingua. “A cuoppo cupo poco pepe cape” ha un significato ben preciso ed, anzi, spesso viene usato anche nel linguaggio quotidiano.

Letteralmente il proverbio napoletano può tradurre con “in un cartoccio stretto può entrare poco pepe”. Ovviamente, per “cuoppo” si intende il classico involto di carta ricolmo di frittura, mentre “cupo” spesso viene usato in napoletano per indicare qualcosa di stretto: basti pensare ai tanti vicoli denominati “via cupa…”.

In senso figurato è, quindi, una metafora e viene usata per apostrofare chi proprio non capisce qualcosa o, ancor peggio, si ostina a non capire. Un significato molto simile a “A lava’ ‘a capa ‘o ciuccio se perde l’acqua e ‘o sapone”. Insomma, così come è inutile aggiungere troppo pepe per insaporire un cuoppo troppo stretto, così è una perdita di tempo cercare di insegnare qualcosa a qualcuno “stretto” mentalmente o intellettivamente.


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