Da New York a Pompei, la trave delle Torri Gemelle donata alla città mariana


Martedì 11 settembre 2001, 4 aerei di linea, dirottati ad opera di terroristi islamici appartenenti all’organizzazione internazionale al-Qaeda, guidata dal ricco sceicco saudita Osama bin Laden, vennero utilizzati per colpire i centri del potere politico, economico e militare degli Stati Uniti.

2 dei 4 aerei si abbatterono sulle Twin Towers di New York, provocando la morte di migliaia di persone. Le stime parlano di circa 2900 vittime, uomini e donne appartenenti a ben 90 nazionalità diverse.

Il mondo intero venne sconvolto dall’attacco terroristico. Accanto alle profonde destabilizzazioni politico-economiche, l’attentato costrinse molte nazioni a piangere vittime innocenti. Tra le migliaia di persone rimaste uccise vi erano anche molti italiani ed italo-americani, figli di un fenomeno migratorio che tra gli anni ‘70 dell’Ottocento e gli ultimi decenni del Novecento conobbe un picco significativo coinvolgendo milioni di individui, i quali, per la maggior parte, erano originari dell’Italia meridionale.

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Come sempre, e per fortuna, a rendere indelebile un evento ci pensa la storia, custodita nei manuali e raccontata, in modo ancor più democratico, nelle piazze e nelle strade attraverso i monumenti.

A Pompei nel 2010 venne inaugurato un monumento di grande valore espressivo dedicato proprio alle vittime dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001.

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L’opera, affidata all’estro creativo dell’artista Raffaele Esposito, tradotta in “monumento a scala urbana” dall’architetto Antonio Bruno, rielaborata in forma sinergica dall’ingegnere Dario Candida, risulta essere estremamente semplice ma, allo stesso tempo, fortemente comunicativa. Elemento centrale del complesso è proprio una trave originale delle Torri Gemelle, contorta a causa del fortissimo stress termico dovuto all’esplosione, alla base del monumento una lastra in pietra lavica.

Su entrambi i lati della base vi è una scritta a caratteri cubitali, da una parte in lingua inglese e dall’altra in italiano: 11 SEPTEMBER/ 11 SETTEMBRE. Nulla da aggiungere, tutto si legge in quegli scarni ed essenziali elementi. Il resto lo fanno i fasci di luce artificiale che di sera avvolgono la trave come in un abbraccio simbolico, i due pennoni con le bandiere italiana e statunitense con una forma molto simile a quella degli alberi di una nave, in ricordo dei viaggi oltreoceano dei tanti emigrati italiani in terra americana. In fine, un ruolo cardine è svolto dalla scelta, per niente casuale, della location: piazza Bartolo Longo, sul prato alberato, a pochi metri dal monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre, antistante la basilica vaticana dedicata alla Madonna del Rosario, in uno spazio compreso tra il palazzo De Fusco, sede della casa comunale, e le antiche case operaie; una collocazione ideale per questa installazione che vuole richiamare l’attenzione a valori come pace, libertà, fratellanza e condivisione di dolore e speranza.

«Il ricordo del passato la speranza per il futuro», questo il messaggio originale che il monumento vuole trasmettere.

Ma com’è giunta in piazza Bartolo Longo a Pompei una trave delle Twin Towers del World Trade Center di New York?

In pratica, le travi, insieme ed altri resti dell’attentato, erano custodite nell’hangar numero 17 dell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy. Diventate inutili anche per le analisi della scientifica, terminate nel 2005, le tonnellate di putrelle deformate ed accartocciate a causa dell’esplosione rischiavano di trasformarsi in uno scomodo ammasso di rifiuti speciali, cosa al quanto triste se si pensa a quanto ancora sono in grado di testimoniare alle generazioni future.

Christopher Ward, direttore della Port Authority of New York and New Jersey, autorità proprietaria di quei rottami, ebbe dunque un’intuizione estremamente funzionale per smaltire nel modo più saggio le tonnellate di metallo: «Il modo migliore per onorare le vittime dell’11 settembre – dice il direttore dell’autorità portuale Christopher Ward- è trovare una casa per questi resti, nelle città di tutta l’America». Iniziativa estesa anche ai paesi alleati e amici.

In data 8 settembre 2009, a pochi giorni dall’ottavo anniversario dell’attentato alle Twin Towers di New York, gli organi di stampa diffusero la notizia dell’iniziativa promossa dal direttore Ward. L’ex sindaco di Pompei, l’avvocato Claudio D’Alessio, con il tramite della Federazione delle Associazioni della Campania Usa, Campani nel Mondo, decise dunque di candidarsi per il trasferimento di una delle travi. Venne siglato un apposito contratto della città di Pompei con l’Autorità Portuale di New York e New Jersey, atto a predisporre i termini per il trasferimento. In un Ordine di Corte del 4 dicembre 2009 del distretto di Corte degli Stati uniti a sud di NY, l’autorità portuale autorizzava il trasferimento di alcune sezioni di acciaio nella città di Pompei.

Il 4 febbraio del 2010, il sindaco conferma la richiesta e sottoscrive i termini del contratto. A marzo, precisamente il giorno 9, l’ex sindaco giunse presso gli uffici dell’autorità portuale portando con se l’idea-progetto ed affiancato da una delegazione composta dall’assessore alla legalità e alla trasparenza, dall’assessore all’innovazione tecnologica, dal dirigente affari produttivi per il turismo, culturali e legali. Dopo le trattative, svoltesi grazie all’indispensabile supporto della responsabile diplomatica dell’autorità portuale newyorkese, la dottoressa Norma Manigan, la trave venne spedita al porto di Napoli all’interno di un container e successivamente trasportata a Pompei con un tir sotto scorta dalla polizia locale. Il costo del trasporto era ovviamente a carico del ricevente.

Il 28 maggio 2010 venne svolta la cerimonia d’inaugurazione che vide l’intervento di diversi rappresentanti di spicco tra politici, diplomatici, soccorritori italiani e statunitensi. Fu lo stesso sindaco D’Alessio, insieme al console Amy Bliss, a togliere il velo a copertura del monumento. In conclusione della cerimonia vennero issate la bandiera statunitense e quella italiana a cui seguirono rispettivamente gli inni delle due nazioni. L’inno statunitense, The Star-Spangled Banner,  venne eseguito da 25 elementi della banda NATO giunti a Pompei per l’occasione.

 

Bibliografia:

F. Barbagallo, Storia contemporanea. Dal 1815 ad oggi, Carocci editore, Roma, 2002.

Fonti documentarie:

Comune di Pompei, delibere della giunta comunale 2010:

Delibera giunta comunale N 86 del 02/03/2010.

Delibera giunta comunale N 121 del 30/04/2010.

Delibera giunta comunale N135 del 25/05/2010.

Sitografia:

Repubblica.it


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