Solstizio d’Inverno. Cos’è e perché gli antichi lo festeggiavano?


Il solstizio (dal latino solstitium, composto da sol-, “sole” e -sistere, “fermarsi”) è, in astronomia, il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto, il punto di declinazione massima o minima. Nel corso di un anno il solstizio ricorre due volte: il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno ( solstizio d’estate, segnando l’inizio dell’estate boreale e dell’inverno australe) e negativa in dicembre (l’inizio dell’inverno boreale e dell’estate australe).

Il solstizio d’inverno in antichità era celebrato da ogni popolo: il Sol Invictus (“Sole invicto”) per i pagani, i Saturnalia nell’antica Roma (dal 17 al 23) ed il il Natale per il cristianesimo.

Per gli astronomi questa data segna l’inizio ufficiale dell’inverno, infatti, nella notte tra 21 e 22 dicembre sarà il momento del solstizio d’inverno, il giorno dell’anno in cui il Sole a mezzogiorno sale di meno rispetto all’orizzonte, e sarà la notte più lunga dell’anno.

Ultima curiosità, il solstizio d’inverno cade proprio in prossimità del Natale. Un caso? Come dicevamo prima la data era al centro delle festività pagane (il Natalis Solis Invicti dei seguaci del dio Mitra) su cui si ritiene sia stato ricalcato il Natale cristiano. I solstizi rappresentavano un momento importante nel calendario di moltissime altre culture antiche, come ad esempio quella dei Maya che aveva predetto la fine del mondo proprio nel solstizio d’inverno del 2012.

Il solstizio d’inverno, dal punto di vista astronomico, cade di solito tra il 20 e il 23 dicembre, secondo alcuni parametri dettati dalla riforma gregoriana per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni. E’ considerato da sempre il giorno più corto dell’anno soppiantando il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, proprio a causa della riforma di Papa Gregorio.


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