La Biblioteca dei Girolamini, un grande patrimonio sottratto al suo popolo


Nel pieno centro di Napoli, ed esattamente tra Via dei Tribunali e Via Duomo, si trova la più antica biblioteca partenopea. Si tratta della Biblioteca dei Girolamini che, aperta al pubblico nel lontano nel 1586, si configura come parte integrante del complesso monumentale dei Girolamini, fondato tra la fine del 500 e gli inizi del 600 dai seguaci di San Filippo Neri.

La Biblioteca, la cui apertura al pubblico rappresenta una novità assoluta se confrontata con gli usi abituali degli ordini monastici del tempo, conserva al suo interno 159.700 titoli ed è specializzata in particolar modo in Teologia Cristiana, Filosofia, Chiesa Cristiana in Europa, Storia della Chiesa, Musica Sacra e Storia Generale dell’Europa. Non mancano, tuttavia, testi di archeologia, numismatica, bibliografia e letteratura classica, provenienti dal Fondo Agostino Gervasio, edizioni rare del XVI e XVII secolo, costituite da classici latini e greci, e provenienti dal Fondo Giuseppe Valletta, e testi che trattano la storia di Napoli e dell’Italia meridionale, provenienti dal Fondo Valeri.

La Biblioteca dipende, attualmente, dal Ministero per i beni e le attività culturali ed è ospitata tra quattro sale settecentesche e due moderne del complesso monumentale dei Girolamini. Una di queste sale è dedicata al filosofo napoletano Giambattista Vico, ricordato come uno dei più assidui frequentatori della biblioteca.

Purtroppo, come spesso accade, a causa di una gestione fraudolenta, costellata di reati, l’istituzione ha vissuto un lungo periodo di degrado che ne ha determinato la chiusura al pubblico, nonchè la sparizione di centinaia di volumi di inestimabile valore. A seguito di alcuni articoli di denuncia firmati dallo storico dell’arte Tomaso Montanari e a una raccolta di firme organizzata dal Professore Francesco Caglioti dell’Università Federico II di Napoli, il 12 Aprile del 2012, proprio in occasione di un’apertura straordinaria della Biblioteca Vico, l’intero complesso bibliotecario fu posto sotto sequestro dai carabinieri e il direttore Marino Massimo De Caro, indagato dagli inquirenti, si autosospese dall’incarico. De Caro fu poi condannato in via definitiva a sette anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver trafugato e illegalmente venduto un gran numero di opere librarie di proprietà della biblioteca.

Lo scorso 11 Ottobre del 2015, a tre anni dal sequestro e in occasione della giornata nazionale delle biblioteche, la Biblioteca dei Girolamini ha eccezionalmente riaperto al pubblico. Si è trattato di un evento dal titolo fortemente simbolico, che esprime una precisa volontà,  “Per ricominciare…“. Un’iniziativa che è servita a mostrare al pubblico un lavoro ancora incompiuto, ma in corso d’opera, che mira a riportare la Biblioteca dei Girolamini al suo antico splendore. E chissà che presto questo inestimabile patrimonio librario non sia restituito ai napoletani.


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