‘Ntalliarse: ecco tutti i significati e l’antica provenienza di questa parola


Tante parole della Lingua Napoletana che pronunciamo tutti i giorni hanno una lunga ed inaspettata storia alle spalle, che spesso ignoriamo totalmente e, quasi sempre, non provengono dall’italiano ma da altre lingue o da quelle antiche. Il verbo ‘ntalliarse è uno di questi casi: può essere tradotto in italiano come gingillarsi, indugiare, esitare o altri numerosi sinonimi tutti collegati ugualmente al concetto di “perdere tempo”. ‘Ntalliarse è un verbo riflessivo, cioè il soggetto compie e al tempo stesso subisce l’azione e comporta, dunque, la coincidenza fra soggetto e complemento oggetto della frase.

Il termine veniva utilizzato già nel ‘700 dagli autori del tempo e non è mai stato abbandonato da quell’epoca fino a giungere ai giorni nostri, dove è ancora di largo uso comune, in particolare tra i più giovani. Non è conosciuto solo nel napoletano ma si è diffuso in tutta la Campania.

Si possono indicare due significati in particolare riguardo questo verbo: il primo è quello di temporeggiare, attardarsi, tentennare e viene usato soprattutto nei riguardi di chi è lento nell’agire in assenza di una valida motivazione, che prima di far qualcosa tarda pretestuosamente o lo fa in maniera rallentata; un secondo significato fa riferimento ai giovani, in particolar modo è quello di passare il tempo andando a zonzo e spassandosela in compagnia degli amici, oziando e bamboleggiando invece di occupare il tempo impegnandosi in attività più serie.

Nello slang giovanile napoletano spesso si possono sentire espressioni del tipo “nun te ‘ntallià!”, inteso come incitamento a sbrigarsi, non perdere tempo inutilmente o essere troppo lenti e flemmatici nel compiere una certa azione. Allo stesso modo, ad esempio, “m’aggie ‘ntalliate” è spesso utilizzato per giustificare, senza la necessità di ulteriori spiegazioni, il motivo di un ritardo ad un appuntamento e può comprendere contrattempi di qualsiasi sorta che hanno concorso al verificarsi del ritardo, ad esempio l’aver incontrato un amico ed essere stati trattenuti da quest’ultimo a chiacchierare, l’aver incontrato traffico od ancora altri avvenimenti simili che possono dipendere o meno dalla volontà dell’interessato.

Quando si parla di ‘ntalliarse in strada, al bar, a casa di amici o in un qualsiasi luogo pubblico o privato in compagnia di amici o conoscenti spesso si intende in senso di passare piacevolmente il tempo libero chiacchierando, bevendo caffè, facendo aperitivo o compiendo in maniera spensierata qualsiasi genere di attività ludica, rilassante e ricreativa. Essere ‘ntalliato può però intendersi anche nell’accezione negativa, cioè essere un perdigiorno, pigro e di conseguenza poco affidabile se non addirittura apatico, una persona abituata a fare tutto con troppa leggerezza o svogliatezza, a prendere le cose sotto gamba. Lo stesso aggettivo può anche considerarsi in maniera meno grave e più leggera, utilizzato a mo’ di sfottò verso la persona cui viene rivolto.

Ci si ‘ntallea, inoltre, quando ci si imbambola o sofferma più del necessario su qualcosa oppure si rimane bloccati dinanzi ad un ostacolo senza riuscire ad oltrepassarlo.

Si può ipotizzare che l’etimologia del verbo derivi dal termine latino talos (talloni) che segue “in”, formando “in-talos” inteso come “star sui talloni”, in senso metaforico di rimanere immobili, fermi in piedi, restare arrestati ed inerti in una posizione statica; dando in questo modo un’interpretazione esagerata del concetto di indugiare. Un’altra tesi ci porta alla lingua dell’antica Grecia ed al suo “en-thallein”, cioè germogliare. In questo caso ci si riferirebbe alla gioventù che appunto “germoglia”: il verbo sarebbe ispirato ai ragazzi che non sono ancora maturati e preferiscono sollazzarsi anziché darsi da fare, ma anche al modo di dire della lingua italiana di “mettere radici”, come ad aspettare un accadimento che non arriva mai.

Pare che la parola possa provenire anche dal verbo ormai dimenticato dell’italiano antico “aliare” che significa muovere le ali, aleggiare, svolazzare ma anche, in senso figurato e letterario, aggirarsi e vagare.

Fonti:
http://lellobrak.blogspot.it/
http://www.capriblog.it/
http://www.napoletanita.it/


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