Per lo Stato il film con Belen è di interesse culturale e prende 200mila Euro


Il Mibact, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha assegnato un finanziamento di 200mila Euro al film Non c’è due senza tre, pellicola diretta da Massimo Cappelli e che vanta nel cast artistico Tosca D’Aquino e Belen Rodriguenz. Si tratta di una commedia dove il rapporto d’amore tra due uomini viene stravolto da un bambino di 11 anni e dalla stessa Belen, per la quale uno dei due perde la testa, situazione che poi si tenterà di risolvere con il supporto di drag queens, uno psicologo bizzaro e la solita vicina che non sa farsi i fatti suoi. Per Massimo Cappelli si tratta del terzo dopo gli scadenti e banali Sei come sei Il giorno + bello, e evidentemente punta alla showgirl argentina dal talento molto nascosto, per non dire inesistente, al fine incassare qualche soldo in più, e in effetti è partito col piede giusto visto che ha ricevuto quei soldi dallo Stato Italiano.

Stato Italiano per il quale era di interesse culturale anche Natale a Beverly Hills, cinepanettone di Neri Parenti con un eccezionale cast composto, tra gli altri, da Christian De Sica, Sabrina Ferilli e Michelle Hunziker: soggetti al cui cospetto non possono che impallidire i vari Marcello Mastroianni, Jean-Paul Belmondo, Sphia Loren e tutto il resto. Il film non ricevette alcun contributo, però ottenne la qualifica di film d’essai, dal quale conseguono dei vantaggi fiscali: Christian De Sica affermò che i soldi risparmiati sarebbero serviti a creare pellicole più complesse, e che il cinepanettone sostiene tutto il cinema italiano. Beh, guardando ciò che sforna l’Italia in campo cinematografico, direi che forse sarebbe stato meglio agevolare qualcun altro.

Il regista Davide Dapporto al Social World Film Festival di Vico Equense, tenutosi lo scorso mese di giugno, ha affermato di aver ricevuto un contributo per il suo cortometraggio, Parallelo 41, solo perché nella commissione preposta a decidere chi meriti e chi no i finanziamenti c’era una persona di sua conoscenza, mentre lo stesso progetto negli anni precedenti non era stato giudicato degno. Parallelo 41 è un corto di qualità e quel contributo, nella sostanza, lo ha meritato, tuttavia questo caso è una dimostrazione di ciò che tutti sanno, ossia che i soldi vanno a chi devono andare, non a chi li merita. Fu lo stesso regista a denunciare ciò di fronte alla giuria composta da ragazzi. Fare dell’arte non è alla portata di tutti, non è alla portata degli artisti, ma di chi ha alle spalle le giuste persone. Esistono decine e decine di progetti validi, impegnativi, che non sono stati realizzati per mancanza di fondi, preferendo darli a chi ha alle spalle i ricchi, le case di produzione e distribuzione grandi: questo è il cinema italiano, questa è l’Italia. La Svizzera, invece, ha dato un milione di Euro a Erik Bernasconi per il suo primo lungometraggio, Sinestesia, con Alessio Boni.

Una notizia positiva tuttavia c’è, e consiste nei 150mila Euro a favore di un documentario sull’Ilva di Taranto, che in decenni di attività ha causato e sta causando la morte della popolazione tarantina, la quale vive il rischio concreto di un genocidio.


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