Il Boss delle cerimonie è diventato un caso politico


Prima in rete e poi nelle aule del Parlamento. Il “Boss delle cerimonie”, programma in onda su Real Time sui matrimoni che si svolgono a “La Sonrisa” di Sant’Antonio Abate in provincia di Napoli è al centro di un’interrogazione parlamentare promossa da Sel in particolare dai deputati campani Gennaro Migliore e Arturo Scotto. I due spiegano che la struttura ospitò il matrimonio di Marianna Giuliano e Michele Mazzarella, figlio del boss dell’omonimo clan. Quel matrimonio aveva uno scopo: rafforzare i rapporti tra i clan di Forcella e quello di Santa Lucia.

Inoltre la struttura che ospita il Boss delle cerimonie fu posta sotto sequestro preventivo per una serie di illeciti edilizi e lo stesso protagonista della trasmissione, Antonio Polese, fu condannato a due anni e mezzo per favoreggiamento in quanto coinvolto nella macellazione abusiva di carni.

In sostanza i due parlamentari chiedono al Governo cosa si vuol fare per non sponsorizzare questa trasmissione, ma in particolare il luogo nel quale si svolge il tutto. In pochi giorni dalle proteste in rete si è passati decisamente a qualcosa di più serio. Intanto su Facebook nasce anche una pagina che in pochi giorni ha superato i 12.000 fan dal nome Abolizione de “Il boss delle cerimonie”.


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