Schwazer positivo di nuovo al doping, scrisse: “Sono altoatesino, non napoletano”


Alex Schwazer, atleta italiano specializzato nella marcia, è risultato, nuovamente positivo ad un test antidoping, effettuato a sorpresa dalla Iaaf, nello scorso capodanno. Schwazer, per chi può ricordarlo, è stato sospeso dal mondo sportivo per ben 3 anni e 8 mesi, a causa della positività ai test anti-doping durante le Olimpiadi di Londra 2012; il caso all’epoca fu accompagnato da molto scalpore poiché ad essere coinvolto nello scandalo non fu solo lo sportivo, ma altre 5 persone furono indagate dalla Procura di Bolzano. Si trattò, all’epoca, di uso di farmaci non consentiti dalla legge, nello specifico eritropietina, presente soprattutto nei mercati turchi.

Nel 2012, poco prima della squalifica, Alex Shwazer, tentò di difendere la sua posizione, inviando una mail ad uno dei medici della Fidal, pubblicata all’epoca da Il Sole 14 Ore e riportata da numerosi quotidiani, oltre che dalle principali testate sportive: “Posso giurare che non ho fatto niente di proibito…ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano”.

“Non sarai napoletano, ma sei un razzista” gli replicò dopo qualche mese l’olimpionico Patrizio Oliva.

Ebbene, a distanza di anni, dopo una lunga squalifica che lo ha allontanato dal mondo dell’atletica, il marciatore altoatesino ritorna sugli stessi errori: dalle analisi emerge che il testosterone è 11 volte superiore ai valori normali.

Tuttavia tale risultato non ha trovato riscontro nelle altre analisi, per cui il caso viaggia ancora sul filo del rasoio; fatto sta che i valori emersi, anche se solo una volta, sono troppo alti per essere trascurati.

Una conferenza stampa è stata annunciata alle 16.00 di oggi, ma intanto il suo legale Gerhard Brandstätter ha dichiarato false e mostruose tutte le accuse in merito all’uso di sostanze dopanti.

In effetti, dopo il lungo tragitto solitario lontano dal mondo sportivo internazionale, dopo la disapprovazione di atleti e personalità sportive, dopo la redenzione e la riabilitazione (seguita da Sandro Donati, guru dell’antidoping), sarebbe realmente mostruoso confermare la propria natura sleale. Troppo anche per un…napoletano.


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