La prima volta del Napoli con Roberto Inglese. Operazione in stile Juve


Un’operazione insolita, la prima volta che il Napoli decide di acquistare un calciatore e lasciarlo nel club dal quale lo ha prelevato. Per questo motivo molti osservatori e tifosi sono rimasti a bocca aperta non riuscendo a capacitarsi sui motivi che hanno spinto la società a procedere al suo acquisto.

Eppure se al posto del Napoli ci fosse stato qualche altro club, per esempio la Juventus, gli applausi si sarebbero sprecati per la lungimiranza e la capacità di investimento. Ma non accade all’ombra del Vesuvio, forse perché si mettono in discussione le qualità del 25enne di Lucera oppure era atteso un colpo diverso, più ad effetto.

Se Giuntoli avrà avuto ragione o meno a puntare su Inglese lo vedremo. Occorre aspettare almeno un anno per verificare a quanto ammonterà il valore del cartellino.

I motivi che hanno spinto il Napoli a prenderlo sono sostanzialmente due. C’era da controbilanciare la plusvalenza di Zapata. Un capolavoro che in termini fiscali avrebbe prodotto molto meno rispetto a quanto guadagnato se non reinvestiti in un altro calciatore. La tassazione in questi casi è altissima. Ergo, meglio spenderli che donarli allo Stato. Così De Laurentiis può sfuggire alla tagliola delle tasse.

Ma il Napoli sembra aver imboccato anche una nuova strada: provare a prendere calciatori nella speranza che possano esplodere per poter immetterli nella rosa oppure rivenderli ad una cifra superiore effettuando una nuova plusvalenza.

E’ accaduto già in piccolo con Eddy Gnahorè, mai visto al Napoli ma venduto al Palermo per 1,5 milioni di euro. Il giovane centrocampista francese fu prelevato dalla Carrarese con appena 300.000 euro.


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