Appagamento o prevedibilità: le due tesi diverse di Callejon e Sarri a confronto


Sarri difende: “Il playoff ci ha appagati dal punto di vista mentale e lo stiamo pagando in questo momento.”

Callejon rincara la dose: “Le squadre che stiamo affrontando ci studiano al meglio.  Sta a noi ora capire come migliorare.”

Visioni diverse di una stessa gara, Shaktar-Napoli, in cui il Napoli non è mai entrato in partita. Una shock per chi sa di cosa sono capaci gli azzurri, e di cosa sono stati in grado di fare sia lo scorso anno che nella fase iniziale di campionato e quella preliminare di Champions. Una macchina, quella azzurra, collaudata e ben funzionante dalla prima prova sul campo. Velocità, imprevedibilità, rapidità di riflessi ed esperienza e maturità tali da gestire e superare ogni difficoltà, come ha fatto vedere nella partita contro l’Atalanta, compromessa, recuperata e vinta grazie alla grande personalità che gli azzurri hanno sfoggiato.

Eppure ieri qualcosa è andato storto. Che sia stata una stanchezza mentale amputabile agli azzurri oppure una buona diligenza degli avversari nel riuscire, con studio accurato, a ingabbiare il Napoli, domandolo e incatenandolo, resta comunque una risposta ad una sconfitta che pesa e fa male. Perchè il Napoli, in una valutazione complessiva, non è mai riuscito a tenere le redini di una gara, che avrebbe dovuto defibrillare dopo il rigore di Milik che aveva accorciato le distanze su un ribaltabile 2 a 1. Eppure le occasioni ci sono state, con lo stesso attaccante autore del goal, con Insigne e con il belga Mertens, ma tutto si è dissolto in una bolla di sapone, con tanto cardiopalma e poca concretezza.

In queste situazione non è nè giusto nè maturo trovare un solo responsabile a questa disfatta. Non esiste un capro espiatorio, ma solo tante colpe. Sarri, in primis, ha letto male la partita, e nonostante l’evidente affanno di un centrocampo poroso e ballerino non è riuscito ad intervenire in tempo per dare una maggiore solidità, arrivata troppo tardi con Allan. Milik, a parte il rigore siglato con freddezza e precisione, ha sprecato moltissimo nonostante i pochi palloni giocabili. Demerito anche delle fasce, intorpidite e affannate nel trovare spazi e corsie. Anche la difesa non è esente da colpe. Reina questa volta esce dal campo con qualche colpa in più, e un mea culpa, sul secondo goal da espiare. Hamsik è fuori forma, ha bisogno di riposo. E’ evidente. Ma la caparbietà di Sarri, di spompare un calciatore già visibilmente stanco, non è la soluzione giusta. Anche seduto in panchina, Hamsik resterebbe sempre uno dei giocatori migliori ed indispensabili del Napoli. Ma farlo giocare al 30 per cento delle potenzialità è una scelta irresponsabile e azzardata.

Una serata cominciata male e terminata malissimo ieri per il Napoli, che dovrà subito rialzare il capo e ricompattarsi. Perchè uno scivolone è perdonabile. Ma ora c’è solo da far vedere sul campo, quello che questo Napoli è!


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