Caso Ghoulam: perché il crociato si rompe? Le cause e le soluzioni


“La lega italiana non è attenta” queste sono state le parole di Sarri nel post gara di Napoli-Manchester City, in merito all’infortunio di Ghoulam, che lo terrà lontano dal rettangolo verde per diversi, e forse troppi, mesi.

Una critica quella di Sarri, che non è di certo nuova, in quanto in diverse occasioni il mister azzurro ha sottolineato, con vena polemica, che non solo la Lega Calcio costringe i calciatori a uno stress fisico altissimo, tra campionato, Nazionale e partite europee, ma non agevola chi è impegnato in competizione extra-campionato con turni di riposo più lunghi o con un calendario confacente alle necessità fisiologiche dei giocatori.

Ecco perché, soprattutto nel calcio moderno, i calciatori sono gli sportivi più soggetti a svariati infortuni, dai tipici risentimenti muscolari curabili con un riposo di pochi giorni, a rotture e lesioni di vario genere, che li costringono a stress chirurgici e a lunghi periodi di riabilitazione.

I MOTIVI: Come nel caso della rottura dei legamenti del crociato, che in ottica anatomica è uno dei legamenti più importanti in quanto controlla ed è responsabile della stabilità del ginocchio. Quando il soggetto, però, è costretto a impegni fisici di lunga e grande portata, che impegnano l’articolazione del ginocchio, può succedere che i legamenti vadano incontro a rottura.

Un infortunio che, come abbiamo potuto costatare è molto frequente nel mondo del calcio, ultima vittima è stato Ghoulam. Le condizioni che causano questo infortunio come afferma Roberto D’Anchise, responsabile dell’Unità operativa di chirurgia del ginocchio dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, sono: lo stress a cui sono sottoposti i giocatori, le troppe partite in un lasso di tempo di recupero troppo breve e un calcio moderno, veloce e scattante, che sforza proprio il ginocchio. Per questo motivo, se c’è già un affaticamento di base, il ginocchio fa crak!

LA SOLUZIONE: Non potendo regolare né il caso né la sfortuna, la soluzione umana per evitare ciò è solo una: il riposo. Non solo applicando un mirato e intelligente turnover in precedenza, ma spetterebbe anche alla Lega intervenire sui codici regolamentari, togliendo il limite di soli 3 cambi a partita. Una richiesta fatta già in passato dai club italiani e dai loro staff medici.

CASO GHOULAM: Il terzino azzurro è stato utilizzato dal Napoli per 1468 minuti. Un numero eclatante, se si pensa che l’algerino non è stato quasi mai sostituito. Ciò ha causato, tenendo ben presente i tanti impegni del Napoli, uno stress così alto, che è bastato un appoggio sbagliato del piede per causare questo infortunio. Di certo, sarebbe presuntuoso e azzardato dire che un turnover avrebbe evitato tutto questo, ma cercare di preservare i giocatori, con un maggiore riposo, potrebbe essere una buona medicina contro gli infortuni.


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