Sarri: “Non so perché non sono più l’allenatore del Napoli. Comandante? Mi è sempre…”


Nella lista degli “indimenticabili” ci entra di diritto anche Maurizio Sarri. L’ex mister che ha guidato la squadra azzurra per 3 stagioni, nelle quali hatrasformato il Napoli da brutto anatroccolo a cigno di grande bellezza, è tornato a parlare della sua ex squadra, incentrandosi anche su alcuni argomenti che ancora bruciano.

Tra questi la sua triste chiusura con il Napoli. Una fine decretata più per conseguenza di terzi che (forse) per sua reale volontà. E alla domanda sul perché oggi non è più allenatore del Napoli, Sarri ha così risposto ai colleghi de Il Mattino:

Ancora non so perché non sono più l’allenatore del Napoli. Bisogna chiederlo alla società. C’erano motivi per cui volevo rimanere al Napoli e c’erano motivi per cui avevo delle perplessità. Il contratto che ha voluto il presidente prevedeva una clausola rescissoria con scadenza 31 maggio e invece il 21 maggio hanno fatto il contratto ad Ancelotti“.

E lo ha scoperto in un modo alquanto bizzarro che traumatico:L’ho saputo per caso. Ero a cena con Pompilio, il collaboratore di Giuntoli, con cui stavo discutendo proprio se restare o no. Abbiamo acceso la tv e abbiamo visto l’ingresso alla Filmauro di Ancelotti. Cosa ho pensato? Quello che pensavo prima, ma lo tengo per me”.

Eppure, Sarri sembra non nutrire più rancore per De Laurentiis, anche se una piccola preferenza nella famiglia Filmauro c’è:Gli sono grato perché mi ha fatto allenare la squadra che ho nel cuore, se sono qui al Chelsea è perché ho allenato il Napoli. Per il resto il De Laurentiis a cui voglio bene è sicuramente il figlio Eduardo“.

Ma le tre stagioni a Napoli, resteranno sempre nel cuore del comandante Sarri, appellativo con il quale si faceva chiamare:Mi è sempre piaciuto essere chiamato così, perché mi faceva sentire il rappresentante di Napoli”.

E quindi via ai ricordi calcistici più belli collezionati con questa squadra:L’immagine dell’ultima giornata, con lo stadio intero che mi fa festa, nonostante la delusione e l’amarezza per non essere riusciti a conquistare lo scudetto. Ogni volta che ci ripenso mi vengono i brividi. Nulla è stato più bello che vincere allo Juventus Stadium. Una notte unica. A livello umano l’amore di ogni giorno dei napoletani nei miei confronti”.

Qualcosa da dimenticare c’è però. E come Sarri ha dichiarato nell’intervista: “Le parole di De Laurentiis al Bernabeu dopo la gara con il Real Madrid”. Dopo la sconfitta rimediata contro i blancos allora allenati da Zidane, il Patron azzurro non solo criticò le scelte di Sarri, sugli uomini scelti per la formazione, ma offese la squadra interra affermando che a parte Insigne, nessuno aveva giocato con “cazzimma”.

Ma ormai il passato è passato. Ora a capo del Napoli c’è Ancelotti: “Napoli è una città straordinaria, merita di vincere lo scudetto. Da tifoso del Napoli sono contento che sia Carlo ora a fare l’allenatore perché non solo ha vinto ovunque è stato, ma si è fatto voler sempre bene da tutti. Vuol dire che le qualità umane e professionali sono straordinarie”.

La prossima gara casalinga che il Napoli dovrà affrontare sarà contro la Fiorentina. Un match che l’anno scorso ha segnato la fine dei sogni e delle speranze azzurre:Mi capita di ripensarci a quella gara. Per forza. Sarebbe stato il coronamento di una storia straordinaria, di un sogno mio, della squadra e di tutta la città. Ovvio che mi capita di rivivere qui momenti, in ogni istante. Qualcuno ha fatto ironia sulle mie parole, ma chi ha fatto sport sa che abbiamo perso lo scudetto in albergo“.

Conclude l’intervista facendo un in bocca al lupo ai suo ex ragazzi: “Siete dei ragazzi straordinari, continuate così perché ce la potete fare a conquistare quel sogno che abbiamo sfiorato”.

E chi sa forse un giorno lo rivedremo a Napoli? “Lo spero. Può essere l’obiettivo concludere la carriera al Napoli. Ma prima voglio rimanere al Chelsea, in questo splendido club, ancora per tantissimo tempo. Qui è tutto stupendo, non c’è nulla che non vada bene. Un sogno allenare questo club”.

Anche perché c’è una cosa che gli manca tantissimo di Napoli: “Nessuno che fa il caffè come Tommaso”.


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