Biglietti Napoli-Sampdoria. Col Wolfsburg stadio vuoto, domenica?


Domani sera il Napoli si gioca l’accesso alle semifinali di Europa League nel ritorno dei quarti di finale contro il Wolfsburg. In realtà sarà poco più di una semplice formalità, visto il 4-1 rifilato ai tedeschi nella gara d’andata. Lo sanno bene anche i tifosi napoletani, che presumibilmente lasceranno il San Paolo quasi vuoto.

Non sono attesi, infatti, più di 20.000 spettatori. Una cifra davvero strana per il pubblico partenopeo, considerato sempre calorosissimo e molto vicino alla squadra. Il risultato praticamente scontato e i prezzi dei biglietti piuttosto esosi (specie se messi a paragone con la sfida di domenica sera contro la Sampdoria), quindi, non possono bastare a spiegare la scarsa presenza che lo stadio di Fuorigrotta ha mostrato quest’anno nelle partite interne di Europa League. Se si considera, poi, che il Napoli non andava così avanti nella vecchia Coppa Uefa dai tempi di Maradona, risulta ancora più indecifrabile la mancanza di appeal della competizione europea sui tifosi azzurri. Proprio il confronto con la media spettatori europea della stagione 1988-89, quella che portò nella bacheca del Napoli la sua unica Coppa Uefa, rende le poche presenze di quest’anno ancor più inverosimili.

In base alle statistiche del portale Calcio.com sulle 56 compagini che hanno preso parte all’edizione attuale di Europa League il Napoli per media spettatori figura al 30° posto, con una media di 15.678 biglietti venduti a partita. In pratica la squadra di De Laurentiis nelle sei gare interne sin qui disputate ha totalizzato soltanto 78.391 tifosi. Dati che fanno piombare, con grande sorpresa, il Napoli all’ultimo posto nella classifica delle italiane che quest’anno hanno preso parte alla seconda competizione calcistica d’Europa.

Al primo posto c’è l’Inter (11a nella classifica generale), con una media spettatori pari a 31.380. Segue la Roma (13a in assoluto), con una media di 29.942 paganti. Sul gradino più basso del podio la Fiorentina (20a a livello generale), con 21.008 tifosi di media. Infine, a precedere il pubblico napoletano, anche il Torino (24° in classifica generale), sostenuto ad ogni partita da 18.880 spettatori.

Altro dato che stupisce è che il Napoli nella sola partita casalinga dei preliminari di Champions League disputata contro l’Athletico Bilbao, per giunta ad Agosto, ha incassato 963.934,00 € grazie ai 49.872 tagliandi venduti. Nelle prime quattro gare di Europa League l’incasso, invece, è stato pari a 657.201,00 €, con un numero di tifosi addirittura leggermente inferiore a quello della notte “spagnola”, ovvero 48.116.

Tutt’altra storia, però, se si torna indietro fino alla stagione 1988-89, quando il prato verde del San Paolo era calcato da un certo Diego Armando Maradona. Solo la sua presenza in campo poteva valere il prezzo del biglietto, al di là della partita da giocare o della competizione. E questo i tifosi del Napoli lo sapevano benissimo, visto che ogni occasione era buona per gremire lo stadio. Anche la Coppa Uefa, che oggi sembra snobbata. Basta, infatti, mettere a paragone i dati statistici legati al pubblico partenopeo durante la fantastica cavalcata che portò il Napoli sul tetto d’Europa e quelli presi in considerazione poc’anzi. Di fatti, quella che risulta essere la presenza totale degli spettatori azzurri nelle 5 partite interne di Europa League disputate quest’anno è soltanto appena superiore alla semplice media spettatori del Napoli di Maradona. I dati sono impietosi: 78.391 biglietti staccati in assoluto nella competizione ancora in corso contro i 70.763 spettatori di media assiepati sugli spalti del comunale per vedere le mitiche gesta di Maradona ad ogni partita europea.

In pratica in 6 gare gli azzurri riuscirono portare al San Paolo ben 424.180 sostenitori, piazzandosi al secondo posto nella classifica “spettatori” di quella stagione alle spalle dell’Otelul Galati, una squadra greca. Chissà cosa penserà Maradona, se domani dovesse realmente presenziare allo sfida col Wolfsburg, nel vedere uno stadio quasi deserto rispetto ai suoi tempi.

 


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