Svolta nel caso Denis Bergamini: il calciatore non si è suicidato ma fu ucciso


Donato Bergamini, ex centrocampista del Cosenza, moriva il 18 novembre 1989.

Le prime indagini si conclusero dichiarando che il calciatore si fosse suicidato, lanciandosi sotto le ruote di un camion. Tesi che non ha mai convinto i familiari della vittima. Inoltre già allora le contraddizioni facevano presumere che il suicidio non poteva essere incluso tra le ipotesi di decesso. Infatti il corpo non presentava nessuna ferita compatibile con un presunto e ipotetico impatto con il camion e non era sporco di fango, nonostante la pioggia e le pozzanghere presenti sul luogo dell’incidente.

Pochi mesi fa, il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla riaprì il caso chiedendo un’ulteriore perizia medico legale sul corpo del giocatore, convinto della superficialità con la quale si chiuse il caso ma soprattutto in disaccordo con quella che era stata definita la causa di morte.

Oggi la svolta, come rivela la Gazzetta dello Sport. Non fu suicidio ma omicidio. Secondo quanto affermato dai periti che hanno studiato ed esaminato il corpo riesumato del calciatore, Bergamini fu prima stordito con cloroformio poi soffocato con un sacchetto di plastica e infine posto sotto la ruota di un camion che lo avrebbe schiacciato, quando era già morto o in fin di vita. Prove scientifiche ed esami accurati hanno smentito il reperto legale del 1990 ma soprattutto hanno riaperto il caso che non esclude l’inclusione di nuovi complici o presunti colpevoli.

Per il momento restano nella lista degli indagati tre nomi: l’ex fidanzata Isabella Internò, il poliziotto Luciano Conte, attuale marito di Isabella Internò e l’autista del camion, Raffaele Pisano.


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