Foto. Rifiuti infettivi ospedalieri tra i reperti archeologici di Neapolis


Proprio sul retro della clinica di Ginecologia della Sun (Seconda Università di Napoli), in largo Madonna delle Grazie, sorgono i pochi e inestimabili resti delle strutture create dagli antichi greci sulla collina che costituiva l’antica colonia di Neapolis. Quelle distrutte e annerite colonne, protette da una passerella di metallo, rappresentano uno dei più grandi patrimoni storici di Napoli e uno dei pochi lasciti della Magna Grecia.

Eppure, in quel piccolo scavo così nascosto alla vista, vengono abitualmente riversati dei bidoni neri recanti la scritta “Materiale infettivo”. Così, siringhe, garze, strumenti delle sale operatorie, e rifiuti tossici della clinica si la fanno da padroni in quello che dovrebbe essere un luogo di archeologia e cultura. Le foto sono state pubblicate dal Corriere del Mezzogiorno.

rifiuti sun

Gli altri scavi della zona, più “fortunati”, sono diventati un posacenere enorme per le cicche e altri tipi di rifiuti del reparto di Psichiatria della stessa clinica. Parliamo di resti che sono lasciati all’aria aperta, in bella vista sotto il livello della strada, proprio per consentire a passanti napoletani e turisti occasionali di rivivere la storia della città tramite quei resti eterni. Un memento per le generazioni future di quanto l’uomo abbia creato in millenni di storia e di quanto possiamo essere fieri delle origini della nostra eterna Napoli.

Un’eternità macchiata da bidoni neri e cicche, infettata da siringhe e garze lasciate li da chi distrugge ciecamente la storia, gettando il presente nella vergogna e nella vuotezza di un esasperato disinteresse verso tutto ciò che è bello, arte o cultura.


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