Video. Via Marina, ricompare la porta della prigione dei condannati


Nonostante Napoli sia la città per antonomasia della bellezza artistica, archeologica e naturalistica e bisognerebbe, a tutti i costi, difendere e preservare quest’immenso patrimonio, gran parte dei monumenti sono stati lasciati nell’incuria e nell’indifferenza più totale. È il caso delle due Torri Aragonesi, a Via Marina, i cui fossati sono stati ripuliti nei giorni scorsi. Ben cento quintali di rifiuti, di ogni genere, sono stati rimossi dall’area in questione.

Grazie all’immenso lavoro di pulizia, è stata riportata alla luce la porta d’accesso di una delle due torri, la Torre Spinella, anche conosciuta come “guardione de’ birri” e murata ormai da decenni, talmente coperta da non essere più visibile.
In epoca borbonica la porta costituiva il punto d’accesso alla prigione nella quale risiedevano i condannati a morte prima dell’esecuzione. Una dura sorte toccò ai prigionieri, che dovevano percorrere le mura del Castello del Carmine, passando per il Vico dei sospiriper poi giungere a piazza Mercato, laddove veniva eseguita l’impiccagione. 
Tale sorte toccò ad Eleonora Pimental Fonseca, giornalista e direttrice di successo che inseguì imperterrita i suoi ideali, diventando una figura di rilievo della Rivoluzione Partenopea del 1799. Morì il 20 agosto del 1799, in seguito all’impiccagione. 

Di seguito riportiamo il servizio della web tv del Comune di Napoli, attraverso il quale Antonella Orefice, studiosa del Nuovo Monitore napoletano, fa una breve ma esaustiva e chiara ricostruzione.

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