Pompei, ladri pentiti restituiscono pezzi. Portano disgrazie a chi li porta via dal sito

Dalla pagina Facebook della Soprintendenza di Pompeii


Il sito archeologico di Pompei è da sempre vittima di furti di ogni genere. Ultimo esempio il caso dei turisti che hanno addirittura rotto alcuni pezzi di affreschi per portarseli come “souvenir“. Purtroppo la zona è troppo vasta per un controllo completo e costante e in alcune zone non possono nemmeno essere adoperati sistemi di sorveglianza tecnologici per non ledere alle antiche strutture. Eppure succede anche che la refurtiva torni agli scavi di Pompei per un pentimento postumo dei ladri: quello che alcuni hanno addirittura ipotizzato una “maledizione di Pompei” che porti i criminali a voler restituire tutto. Come racconta Massimo Osanna, soprintendente al sito in un’intervista del Corriere del Mezzogiorno: “Alcuni credono che il furto abbia portato sfortuna alla propria famiglia. Legano lutti e drammi familiari a quei pezzi rubati a Pompei”.

E’ proprio Osanna che sta progettando una mostra con le centinaia di reperti restituiti in questo modo, chiamata “Quello che mi porto via da Pompei”. Il soprintendente racconta, ad esempio, di un pacco arrivato insieme a una lettera di una signora inglese: “Nella scatola c’era un pezzo di mosaico bianco, ben tenuto, su un supporto. Nella lettera la signora mi spiegava che era stato trafugato dalla mamma e dal papà, durante una visita negli Scavi, negli anni ‘70. Ebbene alla loro morte, anche quel pezzo di mosaico le è arrivato in eredità. Non ce l’ha fatta a tenerlo. Ce lo ha restituito, con una chiosa: adesso la mia coscienza è pulita, ma non giudicate male i miei genitori, erano altri tempi”.

 

Dalla pagina Facebook della Soprintendenza di Pompeii

Dalla pagina Facebook della Soprintendenza di Pompeii

Lettere come queste arrivano frequentemente:Le persone scrivono di essere pentite, – continua Osanna – di essersi rese conto di aver sbagliato oppure che dopo il furto hanno avuto un sacco di guai e per questo restituiscono i pezzi rubati. Ma non è materiale di pregio, lo sono di più le lettere. Per questo ne voglio fare una mostra su come eravamo e come siamo. Il saccheggio – conclude – sarebbe portar via pezzi di affreschi oppure danneggiare manufatti. Parliamo di furti premeditati. Comunque finalmente sta andando avanti il progetto di videosorveglianza ovunque, stiamo completando il lato Nord. Nella Villa dei misteri già ci sono le telecamere, indispensabili nei punti sensibili, dove il patrimonio va assolutamente protetto perché unico. I lavori sono in corso, quindi entro l’anno finiranno”.


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