La storia di un ex camorrista. “So di aver sbagliato ma la legge non dimentica”


Una storia difficile quella di Francesco di Secondigliano, ex cammorista, c ha scelto la strada sbagliata, quella della malavita, ma che adesso a 23 anni e con una famiglia sulle spalle ha deciso di cambiare. “Ho chiuso con quella vita quando hanno ammazzato mio fratello più piccolo” dichiara il giovane ai microfoni di repubblica.it

Francesco ha intrapreso la strada della delinquenza, insieme al fratello Marco, quando aveva solo 12 anni. Le condizioni economiche precarie dovute anche all’abbandono da parte della madre, che lasciò i due figli soli con la nonna anziana e con un padre che non si è mai occupato di loro, quando aveva solo 9 anni , lo spinsero a iniziare a spacciare droga “ho spacciato fino a 19 anni. Mi hanno arrestato tre volte, una da minorenne. Insomma una vita di niente: solo guai e tarantelle.”

La scuola per Francesco e Marco rappresentava solo una scocciatura. Purtroppo la strada della camorra ha portato alla morte il fratello più piccolo di Francesco, assassinato non ancora 19 enne da tre colpi di pistola al volto perché caduto in una faida tra clan. Da quel momento Francesco ha deciso di chiudere con quella vita. Sul braccio porta un tatuaggio con su scritto “il mio angelo è Marco“. Oggi ammette di aver sbagliato ma afferma che rifarebbe tutto, spacciando si guadagna tanto e loro stavano sempre “puzzat ‘e famm“. Adesso vive nella periferia di Napoli, ha una moglie ed un figlio, lavora sodo e sa che prima o poi finirà in carcere a scontare la pena per gli errori commessi in passato. “Mi piacerebbe imparare un mestiere, ma non ho molte possibilità, la legge non si dimentica niente”.


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