Caso De Luca, le intercettazioni degli indagati: “Io i patti li ho rispettati, ad Anna tocca il ricorso”


Vincenzo De Luca ed altre sei persone sono indagate per corruzione. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, Guglielmo Manna, marito di Anna Scognamiglio, giudice chiamato a decidere sulla sorte del Governatore della Campania, avrebbe negoziato con lo staff di De Luca l’esito della sentenza in cambio di una carica nella sanità campana.

“Io non faccio il direttore generale, però tu non farai il presidente della Giunta regionale. Io perdo 5 tu perdi 100”, sono queste le parole che Manna ha pronunciato il 20 agosto scorso a Gianfranco Brancaccio, legale di De Luca. Quest’ultimo, come si legge su Repubblica.it, ha risposto al suo interlocutore parlando chiaramente di un patto: “A questo punto voglio capire, perché io i patti li ho rispettati, e si è fatto quello che si era detto”.

In un’altra intercettazione ambientale, Manna ha invece rivelato che una collega della moglie, la quale si è occupata del ricorso di De Luca per gli effetti della Legge Severino, “ha fatto in modo di gestire le carte in modo che ad Anna tocca il ricorso abbinato come relatore”.

Le conversazioni nei giorni successivi all’intercettazione sono proseguite tramite Whatsapp, dove i due, Manna e Brancaccio, si sono scambiati informazioni utilizzando metafore calcistiche. E’ così che la nomina “dell’allenatore dell’Avellino” diventa per gli inquirenti la poltrona di dirigente generale dell’Asl avellinese tanto ambita da Manna.


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