Pubblicano foto e denunciano degrado bus. Autisti sospesi dall’azienda


Pubblicano foto sul social, denunciando le condizioni labili nelle quali lavorano e vengono sospesi: è successo a due dipendenti dell‘Anm, l’azienda napoletana di mobilità. I due hanno subito la sanzione “Per aver divulgato immagini del materiale aziendale e notizie false e tendenziose, lesive della dignità di Anm” si legge sul comunicato ufficiale dell’azienda, di cui alcuni pezzi  sono stati resi noti da un articolo dell’ Usb (Unione Sindacati di base).

Per Vincenzo Lucchese, sindacalista, questa è un ulteriore manovra antidemocratica che l’azienda fa a discapito dei suoi dipendenti, i quali, si preoccupano di condizioni lavorative e disservizi arrecati all’utenza. In effetti, sono i dipendenti a dover affrontare tutti i giorni il pubblico, le lamentele e le dinamiche cittadine.

” (…) Seppur si infranga un regolamento interno, non si è tenuto presente, nel comminare una sanzione di tale rilievo, della volontà del collega di cercare di risolverla e chiedere di affrontare delle problematiche che rischiano di innescare meccanismi pericolosi per l’interesse e la salute pubblica”. commenta ancora Lucchese, spiegando il rammarico per ciò che è accaduto e la speranza disillusa che con la giunta De Magistris sarebbero cambiate molte cose, “ma questi episodi ci danno solo la triste conferma che in Anm non vi è alcuna discontinuità rispetto alle politiche precedentemente”.

Tra l’altro l’Usb fa notare come siano numerose le trasmissioni di denuncia che hanno riguardato il settore, riportando immagini e informazioni molto gravi a riguardo. Come Striscia o come Report.

Uno dei lavoratori sospesi, intende, licenziarsi e cambiare paese: la battaglia per lui qui non è più fattibile, tuttavia, si legge nel comunicato: L‘USB si dichiara disposta a difendere il lavoratore in ogni sede e cercherà di dissuaderlo dal proposito di lasciare il suo lavoro ed il suo Paese, ma nel contempo chiede un intervento duro e deciso da parte della Proprietà per fermare queste pratiche antisindacali e persecutorie adottate in Anm contro chi, per mera coscienza, non sottace e non si sottrae al suo dovere di denunciare disservizi, anomalie e malcostume.


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