Il Fatto: “Berlusconi bocciò Sarri perchè comunista e per altri due vizi”


Questa stagione calcistica è, ormai, contraddistinta da un Napoli in corsa per la vittoria ed un Milan che, a fatica, arranca e fatica al centro della classifica. Due situazioni diametralmente opposte che, per molti, sono diretta conseguenza della stessa causa: il cambio di allenatori. Sarri, secondo la maggior parte dei tifosi, ha portato una ventata di aria nuova in una squadra castrata da Benitez, mentre Mihajlovic ha ereditato un Milan a terra, dopo la panchina di Inzaghi, e non è riuscito a distinguersi particolarmente come “salvatore”.

Un destino calcistico che poteva essere opposto per una singola scelta dirigenziale. Secondo l’ironico articolo di Andrea Scanzi, sul Fatto Quotidiano, sarebbe stato proprio Silvio Berlusconi a rifiutare Sarri per i suoi rossoneri ed optare per Mihajlovic, nonostante il tecnico napoletano si fosse dimostrato capace di salvare dignitosamente un Empoli disperato. Una scelta, probabilmente, dettata da alcuni canoni valutativi della società calcistica: secondo Scanzi il tecnico famoso per la sua tuta, i pacchetti di sigarette consumati a bordo campo e la barba sempre incolta non avrebbe potuto competere con un Mihajlovic sempre in completo e non fumatore.

C’è di più: in un’intervista di un anno fa allo stesso Scanzi, Sarri aveva confessato il suo credo politico manifestando ammirazione per il “rosso” Landini. Il Presidente Berlusconi avrebbe mai potuto accogliere nel suo team un tecnico in tuta, dichiaratamente comunista?


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