“Nun sfruculia’ ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe”: ecco cosa significa davvero

San Giuseppe


Secondo la canonica iconografia cristiana e le testimonianza dei Vangeli, San Giuseppe è sempre descritto come un un uomo anziano estremamente buono e gentile, paziente più di ogni altro e sempre gentile ed umile con tutti: del resto serve una buona dose di responsabilità e pazienza per accettare di essere padre adottivo del Figlio di Dio e per essere sposato ad una donna consacrata al Signore. Inoltre, il santo viene spesso raffigurato con una lunga barba ed un bastone di legno, ad indicare la sua età avanzata rispetto alla consorte. In napoletano questo particolare ha generato un detto molto comune, “Nun sfruculia’ ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe” (Non infastidire il bastone di San Giuseppe).

Solitamente, viene detto a chi fa di tutto per mettere alla prova la pazienza di un’altra persona, magari insistendo nel parlare di cose scomode o fastidiose per l’interlocutore. Insomma, significa arrivare ad un punto di fastidio che nemmeno il paziente San Giuseppe riuscirebbe a sopportare. Può essere anche inteso come un “andarsela a cercare”, quindi un persistere in un’attività dannosa o pericolosa: ad esempio, continuare a dare fastidio ad un cane in grado di mordere o provocare qualcuno particolarmente incline alla rabbia. Perchè, però, si parla proprio del bastone del santo?

Il detto, in realtà, nasce da un reale avvenimento storico raccontato dall’ormai scomparso studioso napoletano, Ulisse Porta Giurleo. L’erudito trovò un documento negli archivi storici in cui si raccontava che un importante cantante di Napoli, tale cavalier Nicolino Grimaldi, nel 1713, tornò da un viaggio a Londra con un’importantissima reliquia: il vero bastone di San Giuseppe. L’oggetto di culto fu messo in una cappella di casa Grimaldi e tutto il popolo napoletano accorse per venerare l’inestimabile tesoro, persino il Vicerè. Tuttavia, fra una devozione ed una preghiera, i fedeli strappavano di nascosto pezzi e schegge dalla reliquia per poter portarsi a casa un pezzo del santo. Il cavaliere si accorse di questa abitudine ed ordinò al suo maestro di casa, il veneziano Andrea Musaccio, di prendere provvedimenti. Così, a chiunque entrava, l’uomo ripeteva con un accento misto fra veneto e napoletano: “Non sfrocoleate la massarella di San Giuseppe”.


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