I Neoborbonici a De Magistris: ecco come si deve chiamare via Giuseppe Pica


Il Movimento Neoborbonico ha fatto richiesta al sindaco Luigi De Magistris per il cambio di una toponomastica che riguarda una strada di Napoli: via Giuseppe Pica.

Pica (L’Aquila 1813-Napoli 1887), politico italiano, è conosciuto per la creazione della Legge Pica (15 agosto 1863), la quale fu emanata per eliminare il brigantaggio dal meridione, autorizzando la repressione per ogni genere di resistenza. Secondo i neoborbonici, alla luce degli studi che ricostruiscono gli eventi legati all’Unità di Italia, ora è risaputo come Giuseppe Pica “autorizzò retroattivamente i massacri compiuti dall’esercito sabaudo nella repressione del cosiddetto brigantaggio”. Pica, come scrive il Movimento, consentì deportazioni e massacri di centinaia di migliaia di meridionali, nonostante il dissenso della stampa e dei politici.

La strada, quindi, che prende il nome di Pica, dovrà, essere ri-battezzata simbolicamente Antonio Cozzolino “Pilone”, a detta dei neoborbonici, essendo Pilone l’ultimo brigante “famoso del sud”.

“Originario dei paesi vesuviani, fu artigiano, soldato e sergente dell’esercito delle Due Sicilie“, spiega il documento del Movimento “Combatté eroicamente contro i garibaldini in Sicilia e sul Volturno”.

Pilone fu attivo nella propaganda borbonica nell’area vesuviana, fin quando non fu tradito il 14 ottobre 1870 e quindi ucciso nei pressi del Real Albergo dei Poveri a Napoli.

In effetti, con l’emergente storiografia riguardo i fatti del Regno delle Due Sicilie e la sua sconfitta, nuovi scorci storici rivelano oscuri complotti nelle dinamiche di conquista e numerosi malumori tra la popolazione meridionale, restia nell’accogliere il dominio Sabaudo.

Già alcuni eventi sono stati onorati con nuove topomastiche relative, come l’inaugurazione di Piazza Martiri di Pietrarsa, nome dato al largo creato dall’intersezione di due strade di periferia, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, dimora di Pietrarsa. Di contro, Piazza Nicola Amore dovrebbe vedere cancellato il suo nome, essendo proprio il questore in persona ad avere eseguito gli ordini di fuoco del volere sabaudo.

Ma del resto, molte nomenclature fanno a cazzotti nelle nostre città, come se i protagonisti della storia, buoni e cattivi, continuassero una silenziosa guerra tra le strade cittadine, lottando per un nome e per un posto nella memoria.


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