Verona. Provvedimento disciplinare per un vigile: “Ha usato un accento Campano”


Verona – In genere, tutte le volte in cui c’è un sindaco-sceriffo, cioè un sindaco particolarmente attento al rispetto delle norme comunali e dell’ordine, aumenta l’importanza della polizia municipale, in quanto direttamente controllata da lui. Eppure, ciò non avviene per i poveri vigili di Verona, sotto il serrato controllo del sindaco leghista Flavio Tosi. Tutti i sindacati, infatti, hanno iniziato una guerra aperta contro l’amministrazione comunale: nell’occhio del ciclone una gestione serrata dei turni, emergenze ingiustificate, uno strapotere del comandante Luigi Altamura e, sopratutto, provvedimenti disciplinari assurdi e, spesso, immotivati.

I vigili veronesi sono stati richiamati per qualunque cosa, secondo i dati raccolti dal Fatto Quotidiano, da “evidenti pedate” sulle sedie ad un ritaglio di giornale dove si parlava male di Altamura e ritrovato sulla scrivania di un dipendente. Il provvedimento più assurdo, però, è quello che ha contestato ad un vigile di aver utilizzato un accento meridionale. Come si legge nel provvedimento, l’uomo era ritenuto colpevole di aver fatto “uso alterato della propria voce, accentuando la cadenza dialettale tipica della Campania”.

Una contestazione paradossale, giustificata con la scusa che l’utilizzo di una cadenza diversa avrebbe potuto causare “disorientamento nel personale”. Piuttosto strano visto quanto i veronesi rimarchino la loro cadenza ed il loro accento. Sembrerebbe un attacco vero e proprio alla lingua napoletana, che continua, inesorabilmente, ad essere classificata in tutto il Nord Italia come sinonimo di ignoranza. Fortunatamente, il provvedimento della vergogna è stato archiviato, ma resta un terribile precedente ed il simbolo di una mentalità che continua a denigrare e ghettizzare il Meridione e la sua florida cultura.


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