Il Consiglio di Stato boccia il canone Rai in bolletta: ecco le motivazioni


Mancano poche settimane alla prima bolletta che includerà nella fattura anche il canone Rai. Il decreto era già stato ampiamente criticato sia per il metodo di riscossione sia per l’obbligatorietà. Finalmente arriva anche una bocciatura ufficiale dell’intera regolamentazione da parte del Consiglio di Stato. In tanti sono i motivi che hanno convinto l’organo giudicante a mettere un freno al decreto, primi fra tutti quelli inerenti alla scarsa trasparenza dell’operazione. Non viene infatti specificato che il canone va pagato una sola volta per tutti gli apparecchi presenti in casa e non viene nemmeno definito a sufficienza il criterio secondo il quale un apparecchio vale come “TV”. Come definisce anche il Consiglio di Stato, per ricezione si intende solo quella diretta e, quindi, decoder e televisori atti a farlo, mentre invece non vengono considerati smartphone, tablet e pc: cosa non specificata nel nuovo regolamento.

Vi è, inoltre, il problema della privacy. Per far arrivare il canone in bolletta, infatti, i dati degli utenti devono essere smistati da innumerevoli enti senza nessuna regolamentazione che tuteli i dati personali o che faccia capo all’Autorità garante della privacy. Un pasticcio burocratico che non avrebbe dovuto nemmeno vedere la luce. Del resto, il Consiglio di Stato contesta anche una mancata promulgazione ufficiale del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, adducendo che, in realtà, il Ministero dell’Economia ha solamente preso atto del documento senza, effettivamente, prendervi parte e senza svolgere l’iter amministrativo e legislativo del caso. Infine, va aggiunto che nel decreto c’è poca chiarezza anche sulle categorie di persone esentate dal pagamento del canone e sulle modalità per richiederne l’esonero o semplicemente per dichiarare di essere sprovvisti di apparecchi televisivi. Un duro colpo, quindi, che non sappiamo ancora come potrà modificare le prossime bollette.


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