Frattamaggiore. La Terra dei fuochi brucia in silenzio: Enza, 21 anni, l’ennesima vittima


La Terra dei Fuochi miete vittime e sofferenza. Spesso il dolore è affogato nel silenzio, quando il fenomeno mediatico è spento ma i fuochi bruciano ancora.

Questa volta a morire con “quel brutto male”, come scrive in una lettera a Padre Maurizio Patriciello una ragazza di Frattamaggiore, è una giovane di 21 anni. Solare e sorridente per chi la conosceva, ma anche ammalata di leucemia. Questo è il brutto male, come il cancro, il tumore e tutte le patologie che spezzano brutalmente le vite, senza badare alla loro giovinezza.

Patriciello, sull’avvenire.it, dà notizia di questa giovane morte: la vittima si chiamava Enza Esposito, lavorava in una pizzeria come cameriera, aveva un fidanzato ed è stata colpita, come molti altri  dalla “cattiveria, l’ingordigia e la pigrizia dei loro fratelli in umanità”, come scrive il prelato.

Tuttavia, la correlazione tra la sepoltura o l’incendio dei rifiuti tossici e le malattie tumorali che stanno “decimando un popolo” non è dimostrata. Ossia, nessuno ancora ha scientificamente provato il legame indiscusso tra le patologie dei cittadini che vivono in quelle arie e le discariche abusive, sotto e sopra la terra, che inquinano acque, terreni e atmosfera.

Eppure le morti per queste cause sono aumentate a livello esponenziale negli ultimi anni e la tossicità di alcuni lembi di terra è stata accertata. Lo Stato tuttavia, pare che si deresponsabilizzi. O si finge distratto da altre tematiche.

Proprio qualche giorno fa si è scavato nelle zone del casertano indicate dal boss Carmine Schiavone e sono venuti alla luce, dopo anni di decomposizione, fanghi tossici, derivanti da scarti industriali, prevalentemente di materiale ferroso. Tali rifiuti pare abbiano intaccato le falde acquifere.

E l’ex boss della malavita, tuttavia, le zone interessate non le ha indicate il mese scorso, bensì nel 1996, quando furono accertate anche da un poliziotto (Roberto Mancini) in servizio su quel territorio.

Solo due giorni fa si è provveduto agli scavi.

Don Padre Patriciello, inoltre, informa anche di altre morti inerenti a queste dinamiche: si tratta di un sacerdote di 35 anni e di Nicola, ministro straordinario della comunione, 30 anni.

“I nostri cimiteri sono strapieni di tombe con i fiori bianchi. La nostra gente è stanca. Stanca e sfiduciata. Stanca e arrabbiata. Ma nonostante tutto, ancora crede che lo Stato possa e debba intervenire“. conclude Padre Patriciello.


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