Violenze e abusi sui bambini: la Chiesa campana non aiuta nelle indagini


Le realtà quotidiane fatte da abusi, violenze e incesti, crescono esponenzialmente; o quanto meno, vengono illuminate dai fari della verità, non più insabbiate, non più nascoste. Per cui, sembrano aumentare, anche se certe dinamiche macabre e buie si perpetuano da sempre, ai danni dei più deboli. Recentemente, un dossier circa le violenze sessuali ai danni di minori e sui casi di incesto è stato presentato dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Campania, Cesare Romano: gli ultimi orrori del Parco Verde di Caivano, i casi di violenza sui bambini e gli episodi di incesto, soprattutto in alcune province, hanno dato il via ad un’indagine più approfondita circa questi temi e le problematiche sociali ad essi correlati.

Ebbene, il portale Gay.it ha trattato, in un articolo, il conflitto in corso tra Romano e la Curia campana, la quale è stata accusata dal Garante di mancata collaborazione nelle indagini sociali in merito ai casi di violenza e incesto.

Perché? Il progetto di Cesare Romano ha previsto la spedizione di questionari anonimi agli enti comunali, alle scuole e all’arcivescovato di Napoli, affinché tali organi facessero compilare i fogli dalla propria utenza per poi rispedirli alla Regione, ai fini dell’indagine prefissata.

Tuttavia la Curia campana, a detta di Romano, non ha mai spedito alle chiese della diocesi i questionari suddetti, mandandoli, invece, al mittente, bianchi. Ossia, privi di alcuna risposta.

Nessuna collaborazione e nessun interesse da parte degli organi ecclesiastici campani per quanto riguarda una piaga sociale così delicata, la quale coinvolge le giovani vittime silenziose dei contesti, spesso, disagiati, proprio come il Parco Verde, nel quale era divenuta prassi la violenza quotidiana, come la campanella a scuola.

Ma il Cardinale Sepe rifiuta l’accusa, rispondendo che i questionari sì che sono arrivati, ma dopo di che nessun altra indicazione è pervenuta da parte del Garante Cesare Romano. Ed inoltre, come riporta il quotidiano Avvenire, Sepe afferma che comunque si tratta di dati sensibili e la Chiesa, pertanto, non può divulgarli.

Dal canto suo, Romano, confuta la tesi del Cardinale sulle mancate indicazioni, poiché diverse e-mail sarebbero state inviate all’Arcivescovato per mantenere contatti circa il progetto . Assieme, inoltre a numerosi inviti alle consulte, presso le quali la Chiesa non si è mai presentata.

Accuse forti quelle del Garante verso la Curia della Campania, la quale rovescia le responsabilità, addossandole all’organizzazione regionale. Tuttavia, di fronte ad un allarme sociale così forte non si può restare fermi o appellarsi alla privacy. “Ci sono zone di Napoli, Afragola, Acerra e Caivano dove abusi sessuali e incesto sono la normalità. Abbiamo evidenziato oltre 200 casi” ha affermato Romano, alla presentazione del Dossier.

Degrado e ignoranza sono le fonti principali di sostegno di situazioni ai limiti dell’umanità: la famiglia tradizionale, così difesa dai conservatori, dai cattolici e dai fautori della cultura tradizionale, non si esime dal diventare scenario di tragedie sociali, fino ad arrivare alla violenza e alla morte, come si è visto nel caso di Fortuna Loffredo. Pertanto, è necessaria un’analisi meticolosa e priva di preconcetti se si vuole andare in fondo ai drammi e risolverli realmente.


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