Dati impietosi sulle ferrovie italiane: Nord europeo, Sud fermo all’Ottocento


Non si placa la rabbia e l’indignazione per quanto è successo ieri mattina nella linea ferroviaria di Bari Nord. Sul binario unico tra Ruvo di Puglia e Corato, si sono scontrati frontalmente due treni, provocando 27 morti e 50 feriti gravi. Immagini che lasciano esterrefatti, ma soprattutto sconfortati per le dinamiche dell’incidente. Come è possibile che un fatto del genere avvenga nel 2016? Di chi è la responsabilità? Quale, la causa di tutto? Domande a cui francamente è difficile trovare una risposta in un momento del genere.

Ogni qual volta succede una tragedia del genere in Italia, ci si chiede: “quanto è sicuro viaggiare?”. I dati che offre l’Istat non sono confortanti. E a uscirne a pezzi è soprattutto il Sud Italia. Secondo i dati Istat riportati da Repubblica, l’Italia possiede solo 28,3 chilometri di rete ferroviara ogni 100mila abitanti, una delle percentuali più basse in Europa. Tant’è che la media europea è quasi il doppio, 44 chilometri di rete per 100mila abitanti. Da evidenziare, poi, la disparità che c’è tra Nord e Sud: secondo Rfi, la rete ferroviaria nazionale si estende per 16.673 chilometri lungo lo Stivale, ma si dirada progressivamente nelle regioni meridionali, dove si contano 5.733 chilometri di rete. Solo il 34% del totale.

E se consideriamo la presenza del doppio binario (sistema molto più sicuro rispetto a quello del binario unico) la situazione non cambia. Le linee a doppio binario in Italia rappresentano il 45 per cento del totale, e nel Sud si viaggia con il binario unico nel 70% dei casi. Ed è per questo che diverse linee ferroviarie al Sud presentano sistemi di controlli automatici per la circolazione dei treni, utilizzati proprio per evitare incidenti ed eliminare, così, l’errore umano. Ma anche tra le stesse regioni del Meridione, c’è una disparità, con molte linee ferroviarie non protette dai sistemi di telecomando con circolazione, come in Puglia o in Abruzzo.

foto Rfi

Foto di Rfi

Sconfortanti anche i numeri dei morti e feriti dal 2006 al 2015, che fanno salire l’Italia tra le posizioni di vertice della classifica europea fornita da Eurostat. Il primato per morti e feriti spetta alla Germania, ma l’Italia segue con 1.230 tra vittime e morti totali.

Foto Eurostat

Foto Eurostat


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