Strage di Andria-Corato, scoperte la cause del disastro: tre gli indagati


Almeno 27 le vittime, 3 al momento gli indagati e 2 i filoni seguiti dagli inquirenti. È questo il triste (e forse ancora provvisorio) bilancio dell’incidente ferroviario verificatosi martedì in Puglia, sulla tratta Andria-Corato, a binario unico. A questo, tuttavia, si accompagnano anche i primi chiarimenti sulle cause e le modalità che hanno portato all’impatto tra le locomotive provenienti da direzioni opposte. Una di esse, infatti, quella diretta verso Corato, avrebbe dovuto attendere prima di partire, ma qualcosa è andato storto, a cominciare dalla presenza di ben 3 e non 2 treni sui binari.

A ricostruire i primi pezzi del puzzle – come riportato dall’edizione odierna del Corriere della Sera – il procuratore Giannella e la sua task-force, messa in piedi dal Governo poche ore dopo il disastro ferroviario. Secondo le loro prime ricostruzioni in pratica il treno proveniente da Andria è partito normalmente per raggiungere Bari. Dal capoluogo pugliese, invece, a distanza di pochi minuti sarebbero partiti due veicoli, che sono andati così ad occupare entrambe le biforcazioni che si diramano a Corato, in direzione Andria. Così, quindi, l’impatto (col secondo mezzo partito da Bari) è divenuto inevitabile.

Ad evitarlo ci avrebbe dovuto pensare, in primis, Vito Piccarreta, il capostazione di Andria, da cui – secondo gli inquirenti – sarebbero giunte le prime errate informazioni sul traffico ferroviario e che avrebbe dovuto rimandare la partenza dal suo primo binario, lasciando libero il secondo. Per questi motivi figura tra gli indagati per omicidio colposo plurimo, assieme al suo collega di Corato, che pure avrebbe dovuto accorgersi che qualcosa non stava andando nel verso giusto, e ad una terza figura al momento non meglio specificata, ma comunque alle dipendenze della Ferrotramviaria, la società privata che ha in gestione il tratto in cui si è verificato l’incidente.

Un tratto, quello della linea Andria-Corato, reso irto d’insidie non solo dall’unicità del binario, ma anche dalla presenza di una curva, che non avrebbe permesso ai macchinisti dei due treni di frenare in tempo: avrebbero dovuto avere a disposizione almeno 250 metri e invece ne hanno avuti solo 50. Considerando, poi, che entrambi i veicoli viaggiavano a circa 100 km/h, l’impatto (secondo le leggi della fisica) è avvenuto al doppio delle singole velocità.

La stessa difficile e inusuale conformazione della tratta Andria-Corato ha portato anche all’apertura di un’altra inchiesta, relativa al ritardo nei lavori per la costruzione di un secondo binario, per i quali i fondi erano già stati stanziati. Un progetto partito nel 2007, finanziato con fondi della Comunità Europea e avviato anche con discreto ritmo, ma che poi si è improvvisamente rallentato. A oggi, infatti, si viaggia su due binari soltanto per 33 chilometri. I restanti 37 della linea che collega Andria al capoluogo pugliese sono collegati con un unico binario, l’altro ieri risultato fatale.


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