Napoli. Non si fa la raccolta differenziata: si rischiano sanzioni europee


Raccolta differenziata. Mentre l’intera regione Campania, con le sue province, aumenta sempre di più la percentuale della raccolta, arrivando nel 2015 al 48%, il Comune di Napoli non regge il passo e resta fermo al 23%.

Le motivazioni riconducono, soprattutto, alla logistica e alla contrapposizione tra zone difficili da raggiungere coi mezzi e personale troppo anziano per svolgere un adeguato porta a porta.

In effetti, se si prende il considerazione il centro storico, quest’ultimo risulta, in alcune aree, impraticabile coi veicoli per la raccolta e, inoltre, offre un’area troppo ristretta per i bidoni atti a differenziare. Il porta a porta è l’unico canale valido, ma non si pratica sufficientemente.

Inoltre, vi è ancora una scarsa sensibilizzazione alle problematiche legate all’ambiente e le istituzioni non investono abbastanza per avvicinarsi ai cittadini: A Torino (come riporta Il Mattino) si spendevano 6 euro l’anno pro capite per la comunicazione sociale, a Roma 2, a Milano 5 euro. A Napoli si spendono 70 centesimi all’anno per comunicare ai cittadini il giusto comportamento civico. Ed è una cifra molto bassa, considerando che alcune fette di popolazione dovrebbero essere educate partendo dai principi basilari di condivisione cittadina.

Il rischio sono le sanzioni europee che potrebbero arrivare se non si rispetteranno le cifre prospettate, ossia il 50% della raccolta differenziata entro la fine di quest’anno e il 70% entro il 2020. Non solo. Un ulteriore rischio riguarderebbe anche la formazione di nuovi commissari sul problema.

Tutte cose già viste.

Pertanto, al blocco della raccolta differenziata, corrisponde un innalzamento del lavoro del termovalorizzatore, tema che divide in due l’opinione pubblica, ma che risponderebbe al problema qualora il Comune non prenda decisioni serie in merito alla raccolta differenziata di Napoli.

Quindi, da un lato, abbiamo i comuni campani presenti nella lista dei comuni virtuosi dello stivale grazie ai numeri circa la raccolta differenziata e all’attenzione alle problematiche e all’educazione ambientale; mentre dall’altro, un immobilismo urbano, quello di Napoli, che fa scendere drasticamente la percentuale positiva. Si sa, una metropoli è molto più difficile da gestire, ma prima di tutto da educare.


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