I giornali dimenticano la Cantone e vendono la Leotta per qualche clic


La settimana scorsa la tragica fine della vicenda di Tiziana Cantone ha portato una gran fetta del mondo del web ad una ostentata e diffusa presa di coscienza. Chiunque condivise il video virale dell’atto sessuale che ha portato la donna al suicidio ha iniziato a professare un sentito “mea culpa”:la colpa è nostra – si leggeva sui migliori blog e giornali – La colpa è di tutti quelli che hanno dato visibilità a quel video rovinando la vita della ragazza”.

Le testate giornalistiche che, al tempo, diffusero le prodezze della Cantone al solo scopo di attirare click e letture, hanno portato avanti scuse ufficiali e struggenti addii alla “vittima del web”, hanno parlato del crescente fenomeno del cyberbullismo, denunciando comportamenti simili e parlando di possibili soluzioni. Le vittime di queste simili vicende possono, quindi, mettere l’anima in pace e sentirsi finalmente tutelate? Questa tempesta mediatica avrà finalmente scosso le coscienze al punto da non creare un altro “caso Tiziana”?

Assolutamente no. A pochi giorni dal funerale della ragazza di Casalnuovo, una nuova piccante storia stuzzica il web: il telefono di Diletta Leotta, amatissima giornalista di Sky Sport, è stato hackerato ed alcune foto private e “scabrose” sono state pubblicate su alcune piattaforme. Dopo la storia di Tiziana le testate avrebbero dovuto tacere, lasciando passare la cosa in sordina, senza far pubblicità alla vergogna, gli utenti avrebbero dovuto ignorare l’accaduto senza cercare spasmodicamente le foto, ma così non è stato.

Titoloni sulla Leotta e le sue presunte nudità hanno invaso i social network al solo scopo di attirare letture, siti assicurano di aver pubblicato le foto rubate, i frequentatori del web non fanno altro che commentare l’ennesimo scandalo e diffondere l’ennesima storia virale. Sembra che il polverone sollevato per Tiziana si sia già abbassato e che, anzi, abbia stuzzicato l’attenzione di tutti su simili vicende. Sicuramente la Leotta reagirà con forza all’accaduto e supererà questo ennesimo, vergognoso caso, ma non conta: se al suo posto ci fosse stata un’altra Tiziana, un’altra donna che non avrebbe retto allo scandalo, i giornali avrebbero fatto un nuovo “mea culpa” dopo aver condannato la vittima al patibolo mediatico?


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